Un grave episodio di predazione lupina ha scosso la comunità montana del Baldo, precisamente a malga Lavacchio, nel comune di Avio.
Sei capi di bestiame bovino adulto, impegnati in pascolo, sono stati oggetto di un attacco da parte di un branco di lupi, riportando ferite che richiedono cure veterinarie specialistiche.
L’evento, attualmente sotto indagine da parte del Corpo Forestale del Trentino, solleva interrogativi complessi sulla coesistenza tra fauna selvatica e attività zootecniche in un contesto di crescente ritorno del lupo nel territorio alpino.
L’identità del branco coinvolto si discosta da quello solitamente presente nella Lessinia trentina, suggerendo possibili dinamiche migratorie o espansione territoriale della specie.
È importante sottolineare che, per quanto riguarda il bestiame adulto, le strategie di prevenzione attiva sono generalmente considerate inefficaci e poco praticabili, come ufficialmente precisato dalla Provincia di Trento.
Tale approccio riflette una visione pragmatica, che privilegia la gestione degli eventi e la valutazione dei danni piuttosto che tentativi di prevenzione spesso costosi e con risultati incerti.
L’episodio riapre un dibattito cruciale riguardante la gestione della popolazione lupina.
L’amministrazione provinciale ribadisce la necessità di poter intervenire su esemplari giudicati problematici o dannosi, una pratica ampiamente adottata in altre regioni alpine, in quanto strumento fondamentale per la salvaguardia degli interessi economici e sociali delle comunità locali.
Tuttavia, tale possibilità si è trovata recentemente limitata da un intervento del Consiglio di Stato, che ha sospeso un decreto provinciale volto a permettere la rimozione di un secondo esemplare, in seguito all’abbattimento di un lupo avvenuto il 20 settembre precedente.
Questa decisione evidenzia la crescente complessità del quadro legale e amministrativo che regola la gestione della fauna selvatica, bilanciando la necessità di proteggere la biodiversità con le esigenze delle attività umane.
Il Servizio Faunistico provinciale è ora impegnato nell’elaborazione di un nuovo Piano di Gestione del Lupo, un documento strategico che dovrà tenere conto delle recenti direttive europee.
Queste ultime prevedono un livello di protezione per la specie che si discosta dalle normative precedenti, incentivando un approccio più flessibile e orientato alla convivenza, pur riconoscendo la necessità di prevenire danni significativi.
L’equilibrio tra conservazione della specie e tutela degli interessi economici locali si configura come una sfida cruciale per il futuro della gestione della fauna selvatica nel territorio trentino, richiedendo un dialogo aperto e costruttivo tra tutti gli attori coinvolti.
Il nuovo piano dovrà integrare dati scientifici, analisi di rischio e misure operative concrete, mirando a garantire la sostenibilità a lungo termine della presenza del lupo nel paesaggio alpino.








