Il futuro della filiera lattiero-casearia trentina richiede un’azione concertata e una visione strategica condivisa. È questo il messaggio forte emerso dall’assemblea generale dei soci di Latte Trento, un’occasione per celebrare i risultati positivi del 2024 – con un fatturato in crescita del 5,8%, salito a 66.229.137 euro e un utile in miglioramento – ma anche per affrontare le sfide che attendono il settore. L’aumento del numero di soci (ora 190, 23 in più rispetto al 2023) e la distribuzione di 44,9 milioni di euro ai soci, con incentivi economici per il latte alimentare (77 centesimi al litro) e per la produzione di Grana Padano (83 centesimi al litro, con aumenti rispettivamente dell’1% e del 3%), testimoniano la solidità del consorzio.Tuttavia, la crescita non può prescindere da una profonda riflessione sul ruolo e la posizione di Latte Trento all’interno di un contesto più ampio. La questione dei rapporti con Concast Trentingrana, sollevata dal Presidente Costa e ripresa dagli assessori provinciali Giulia Zanotelli (agricoltura) e Mario Tonina (cooperazione), rappresenta un nodo cruciale. La recente decisione della Giunta, che prevede l’affiancamento di Franco Paoli, in collaborazione con la Federazione della Cooperazione, mira a riposizionare l’allevatore al centro del processo produttivo, riconoscendone il ruolo primario. Questo approccio sottolinea l’importanza vitale del modello cooperativo come presidio fondamentale per la salvaguardia del tessuto zootecnico trentino, un’eccellenza da tutelare e valorizzare.L’assessore Zanotelli ha posto l’accento sull’urgenza di un documento programmatico unico per il comparto, elaborato all’interno del Tavolo provinciale dell’agricoltura. Tale documento dovrà integrare elementi chiave come la promozione dell’alpeggio, la formazione professionale, il ricambio generazionale e l’allineamento con le politiche comunitarie (PAC). L’obiettivo è ambizioso: formulare proposte concrete da sottoporre a livello nazionale ed europeo, che rispondano in modo puntuale alle specifiche esigenze dell’agricoltura e della zootecnia di montagna, spesso penalizzate da dinamiche di mercato complesse e da normative poco adatte alle realtà locali.La questione del ricambio generazionale emerge come una priorità ineludibile. L’invecchiamento della popolazione agricola e la difficoltà per i giovani a trovare opportunità nel settore rappresentano una minaccia concreta alla sostenibilità futura della filiera. È necessario incentivare l’ingresso di nuove leve, fornendo loro strumenti e competenze adeguate, e facilitando il passaggio generazionale nelle aziende agricole. Questo implica non solo un supporto economico, ma anche un cambiamento culturale che riconosca il valore del lavoro agricolo e lo renda attrattivo per le nuove generazioni.La perdita di 28 stalle negli anni precedenti, pur in presenza di un aumento dei soci, sottolinea la necessità di un’analisi più approfondita delle dinamiche strutturali del settore. È fondamentale comprendere le cause di questo fenomeno e adottare misure volte a contrastare l’erosione del patrimonio zootecnico trentino, promuovendo la modernizzazione delle aziende agricole e incentivando la produzione di latte di alta qualità, tracciabile e sostenibile. Il futuro della filiera lattiero-casearia trentina dipende dalla capacità di rispondere a queste sfide con coraggio, visione e un profondo senso di responsabilità verso il territorio e le comunità che la vivono.
Latte Trento: Crescita e Sfide per il Futuro della Filiera
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