L’economia del Trentino, e in particolare della provincia di Trento, ha mostrato una resilienza e una capacità di crescita notevoli nel periodo 2007-2023, un intervallo temporale segnato da complesse sfide globali e fluttuazioni economiche.
Mentre l’Italia nel suo complesso ha registrato una crescita del valore aggiunto modesta (+2,7%), e l’Europa ha visto un incremento del +19%, il Trentino ha superato queste performance con un aumento dell’11,8%.
L’Alto Adige, con un balzo del 24,7%, ha rappresentato un esempio ancora più virtuoso, evidenziando una dinamica economica particolarmente favorevole all’area alpina.
Questi risultati non sono il frutto del caso, ma il prodotto di una combinazione di fattori strutturali e di scelte strategiche.
L’evoluzione demografica, con un saldo naturale positivo e un’attrattività per forza lavoro qualificata, ha fornito una base solida.
Parallelamente, la dinamica occupazionale ha mostrato una maggiore capacità di assorbire la nuova forza lavoro, in parte grazie a una produttività oraria del lavoro in costante miglioramento.
Un elemento cruciale che ha catalizzato questa crescita è stata l’intensificazione dell’utilizzo del capitale, in particolare nelle imprese ad alta intensità digitale.
Questa tendenza, accentuata tra il 2019 e il 2023, riflette un’adozione più rapida di tecnologie avanzate e un’efficace integrazione dei processi produttivi.
Tuttavia, la crescita non può essere attribuita unicamente all’investimento in capitale fisico; la propensione all’innovazione si è rivelata un motore altrettanto potente.
Nel 2022, la percentuale di imprese trentine impegnate in attività di ricerca e sviluppo ha superato significativamente la media nazionale, un dato particolarmente rilevante nel settore manifatturiero, dove l’innovazione tecnologica è spesso determinante per la competitività.
Questa leadership nell’innovazione si manifesta in un aumento dell’attività brevettuale, nella proliferazione di startup innovative e in un investimento pubblico più consistente in ricerca e sviluppo.
L’analisi condotta dalla filiale di Trento della Banca d’Italia, con il contributo del capo divisione Aret Michele Cascarano, colloca il Trentino in una posizione di eccellenza a livello nazionale, classificandolo tra le tre regioni italiane considerate “strong innovators”, insieme a Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia.
Questo status riconosce la capacità del territorio di generare e applicare conoscenze, stimolando la crescita economica e creando opportunità di sviluppo sostenibile.
Il Trentino non si limita ad assorbire le innovazioni, ma si configura come un polo attrattivo per talenti e investimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione.