Un team di ricercatori forensi statunitensi si appresta a condurre un’indagine sperimentale di stringa importanza, volta a investigare una cruciale ipotesi: la potenziale esposizione del corpo di Liliana Resinovich a condizioni di congelamento.
L’iniziativa, orchestrata in collaborazione con la rinomata scienziata forense Noemi Procopio, consulente di Sebastiano Visintin, unico indagato per la scomparsa e il decesso della donna, si propone di ricostruire e analizzare le variabili ambientali che potrebbero aver influenzato lo stato di conservazione del corpo ritrovato.
L’esperimento, finanziato e condotto da istituzioni accademiche del Michigan e del Colorado, si concentrerà sulla riproduzione fedele delle condizioni ambientali riscontrate nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico, luogo in cui il corpo di Liliana è stato scoperto il 5 gennaio 2022.
A tal fine, saranno impiegati quattro cadaveri donati a scopi scientifici, vestiti in modo simile all’abbigliamento indossato dalla vittima al momento della scomparsa: giubbotto, jeans, scarponcini.
L’aggiunta di sacchetti di peso variabile sul capo, sugli arti inferiori e sul busto, mira a simulare le specifiche condizioni di contenimento e isolamento che potrebbero aver contribuito al raffreddamento corporeo.
La sperimentazione si articola in due percorsi paralleli: due dei cadaveri saranno sottoposti a congelamento in un ambiente controllato, mentre gli altri due saranno collocati in condizioni climatiche riprodotte fedelmente a quelle registrate nel periodo immediatamente successivo alla scomparsa di Liliana, avvenuta il 14 dicembre 2021.
L’intervallo temporale di quasi tre settimane, corrispondente al lasso tra la scomparsa e la scoperta del corpo, sarà cruciale per l’osservazione e l’analisi dei processi di decomposizione.
Al termine del periodo di simulazione, i cadaveri saranno sottoposti a un’analisi dettagliata, con particolare attenzione alla morfologia e alla progressione dei segni di decomposizione.
L’approccio multidisciplinare prevede anche l’esecuzione di tamponi orali per l’analisi del microbioma, un’indagine fondamentale per confrontare il profilo microbico dei cadaveri sperimentali con quello rinvenuto sul corpo di Liliana.
Questo confronto potrebbe fornire elementi decisivi per stabilire la plausibilità dell’ipotesi di congelamento e, soprattutto, per affinare le stime sulla data precisa del decesso.
L’iniziativa scientifica si configura come un tentativo di superare le incertezze che hanno alimentato diverse interpretazioni sullo stato di conservazione del corpo di Resinovich, sollevando la possibilità che una fase di congelamento abbia alterato i normali processi di decomposizione.
L’analisi rigorosa dei dati sperimentali, combinata con le conoscenze del microbioma forense, mira a fornire un quadro scientificamente solido e a contribuire a fare luce sulla complessa vicenda.
L’esperimento, lungi dall’essere una mera ricerca tecnica, si presenta come un’indagine volta a ristabilire la verità fattuale e a fornire una base scientifica per le successive valutazioni legali.