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mercoledì 5 Novembre 2025

Tragedia nel Natisone: Udine, processo per le tre vittime

Il tribunale di Udine si prepara a un’analisi approfondita delle circostanze tragiche che hanno portato alla perdita di tre giovani nel Natisone, il 31 maggio dell’anno precedente, un evento che ha scosso profondamente la comunità friulana.
Il processo, che si preannuncia complesso e articolato, vedrà la testimonianza di circa sessanta persone, un mosaico di voci chiamate a ricostruire la sequenza degli eventi e a chiarire le dinamiche gestionali che hanno contribuito alla catastrofe.
Tra i testimoni chiave figurano il rappresentante istituzionale Riccardo Riccardi, Assessore Regionale alla Salute, la cui presenza sottolinea l’interesse e la responsabilità della Regione Friuli Venezia Giulia in questa delicata vicenda.

Il fulcro dell’indagine giudiziaria è incentrato sulle azioni e le decisioni assunte da quattro persone: tre operatori della centrale operativa dei vigili del fuoco di Udine e un infermiere appartenente alla Sores Fvg (Servizio di Odontoiatria, Igiene e Salute del Lavoro).

La Procura di Udine, nell’ambito della sua indagine, ha esteso la richiesta di audizione a una vasta gamma di professionisti coinvolti nell’emergenza.
Oltre agli operatori del numero unico 112, che hanno ricevuto le prime chiamate di soccorso, verranno ascoltati testimoni diretti della tragedia, i membri della squadra dei vigili del fuoco mobilitati, l’equipaggio degli elicotteri intervenuti, carabinieri, tecnici del soccorso alpino e ingegneri idraulici.

Questa pluralità di prospettive mira a fornire un quadro completo e dettagliato del disastro.

La successione delle udienze è stata programmata in fasi distinte: l’infermiere della Sores Fvg sarà il primo a deporre, il 17 novembre, mentre i tre vigili del fuoco sono attesi a comparire il 2 dicembre.
La presenza di un capo di imputazione comune tra i quattro indagati apre alla possibilità di una riunificazione dei procedimenti, semplificando la gestione del processo e ottimizzando i tempi.

Il legale delle famiglie delle vittime, forte del suo ruolo di rappresentante degli interessi privati lesi, ha espresso l’intenzione di richiedere l’autorizzazione a citare i responsabili civili.
Questa mossa strategica potrebbe portare a un rinvio del processo, consentendo la costituzione di ulteriori parti in causa, tra cui il Ministero dell’Interno, per la responsabilità dei vigili del fuoco, e l’Azienda Regionale di Coordinamento per la Salute, in relazione all’infermiere.

Il processo si configura dunque come un’occasione cruciale per accertare le eventuali negligenze o errori procedurali che hanno contribuito alla tragedia, con l’obiettivo primario di fare luce sulla verità e garantire giustizia alle famiglie delle vittime.

Si tratta di un’occasione per riflettere sulla gestione delle emergenze, sulla formazione del personale e sulla necessità di un coordinamento efficace tra le diverse istituzioni coinvolte, al fine di prevenire il ripetersi di simili eventi.

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