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venerdì 24 Ottobre 2025

Laguna di Venezia: Sequestrata discarica illegale, allarme inquinamento.

L’inquinamento del fragile ecosistema lagunare veneto ha subito un duro colpo con il sequestro, ad opera della Guardia di Finanza di Chioggia, di un’area di 7.800 metri quadrati trasformata in una discarica illegale a Punta Poli.
La scoperta, particolarmente allarmante, ha rivelato l’abbandono di 7,6 tonnellate di rifiuti speciali, una porzione significativa dei quali rientra nella definizione di rifiuti pericolosi, materiale che impone procedure di gestione e smaltimento rigorosamente controllate per evitare danni irreparabili all’ambiente e alla salute pubblica.

La discarica non è frutto di un evento isolato, bensì il culmine di anni di attività illecite che hanno gradualmente eroso la qualità del territorio.

L’area, un tempo parte integrante del delicato equilibrio lagunare, è stata progressivamente degradata dall’accumulo di scafi in vetroresina, relitti di natanti, motori marini dismessi, contenitori esausti di oli lubrificanti, batterie esaurite, imballaggi di vernici e solventi industriali, fino ad includere un vero e proprio container pieno di materiali inquinanti.

Questa pratica di abbandono sistematico suggerisce la presenza di una filiera di gestione dei rifiuti irregolare, potenzialmente radicata nel settore della nautica da diporto.
L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, ha messo in luce una situazione di grave illegalità che va oltre il semplice abbandono di rifiuti.

Si è infatti riscontrata la realizzazione di manufatti edilizi abusivi, magazzini e strutture ricreative erette in violazione delle normative urbanistiche e dei vincoli paesaggistici e ambientali che gravano sull’area demaniale.
Questa commistione tra reati ambientali e abusi edilizi solleva interrogativi sulla governance del territorio e sulla capacità di controllo delle autorità competenti.

L’attività investigativa ha portato all’identificazione di un soggetto ritenuto responsabile del reato di abbandono di rifiuti e all’individuazione di sei persone che utilizzavano abusivamente i depositi.

Tutti i soggetti coinvolti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica.

Parallelamente, sono state irrogate sanzioni amministrative, superiori a 2.000 euro, nei confronti dei proprietari di natanti e dei gestori di carrelli di trasporto che occupavano illegalmente l’area demaniale.

L’evento rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di rafforzare i controlli e di promuovere una maggiore consapevolezza ambientale nel settore della nautica, un comparto economico cruciale per la regione Veneto ma anche potenzialmente fonte di impatti negativi sull’ambiente.
La bonifica dell’area contaminata e la ricostruzione del delicato equilibrio ecologico della laguna richiederanno ingenti risorse e un impegno a lungo termine, ma rappresentano un imperativo per la salvaguardia di un patrimonio naturale di inestimabile valore.
L’episodio evidenzia, inoltre, la vulnerabilità del patrimonio lagunare, esposto a pressioni antropiche e alla necessità di una pianificazione territoriale più attenta e sostenibile.

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