domenica 3 Agosto 2025
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Marmolada, estate 2025: record di calore e ghiacciaio a rischio

L’estate 2025 si configura come un capitolo di preoccupazione per il futuro del ghiacciaio della Marmolada.

I dati meteorologici, raccolti con precisione dalla stazione Davis Vantage Pro 2 plus di Punta Penia (3.343 m), rivelano un giugno particolarmente critico, segnato da un aumento anomalo delle temperature.

La media di +3,8°C rispetto agli anni passati sottolinea una tendenza all’incalzamento termico che sta compromettendo la stabilità del gigante bianco dolomitico.
L’andamento termico del mese, oscillante tra i +13,1°C del 29 giugno e i -3,1°C del 17 giugno, si discosta significativamente dagli scenari del 2024.
Quest’ultima stagione aveva già mostrato segni di stress, con una media di +1,6°C e temperature estreme di 10,2°C e -6,5°C.

La differenza è palpabile: l’intensità del calore nel giugno 2025 ha eroso ulteriormente la già fragile massa glaciale.
È importante contestualizzare questi dati all’interno di una prospettiva storica.
Il giugno 2023, l’anno che ha visto il tragico distacco del seracco, era stato anch’esso caldo, con una media di +3,2°C sopra la norma.

Tuttavia, l’incremento del 2025 evidenzia un’accelerazione del processo di riscaldamento, una sorta di “punto di non ritorno” che sta alterando i ritmi naturali dell’alta montagna.
Flavio Tolin, esperto meteorologo e collaboratore dei gestori della Capanna Punta Penia, sottolinea come questi dati rappresentino una chiara indicazione del cambiamento climatico in atto, anche in ambienti considerati “immuni” come le cime alpine.

La diminuzione delle occasioni di rigelo, unita alla frequenza crescente di giornate con temperature positive, favorisce una fusione accelerata del manto nevoso e glaciale, alimentando un circolo vizioso.
Il fatto che nel giugno 2025 siano state registrate ben 22 giornate interamente sopra lo zero è un campanello d’allarme inequivocabile.
Nonostante il quadro complessivamente negativo, i primi dati di luglio 2025 offrono un barlume di speranza.

Quattro giorni con temperature inferiori allo zero e due nevicate discrete, tra il 26 e il 27 luglio, hanno depositato un manto bianco di 10-15 centimetri.

Questa breve parentesi fredda, sebbene benvenuta, non è sufficiente a invertire la tendenza a lungo termine.

È cruciale interpretare questi dati come una temporanea mitigazione, un respiro momentaneo in un contesto di profonda trasformazione ambientale.
La fragilità del ghiacciaio della Marmolada resta una sfida urgente, che richiede un’azione globale per ridurre le emissioni di gas serra e contrastare gli effetti del cambiamento climatico, al fine di preservare questo patrimonio naturale per le future generazioni.

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