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lunedì 3 Novembre 2025

Rovigo, omicidio Amine Gara: richiesta di rinvio a giudizio

La richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dal Pubblico Ministero Manuela Fasolato presso il Tribunale di Rovigo, getta nuova luce su una vicenda drammatica, un intreccio di violenza e accuse che ha scosso la comunità polesana.
Sei cittadini pakistani, già detenuti in regime di custodia cautelare, sono ora formalmente imputati per il tragico decesso di Amine Gara, cittadino tunisino, e per il tentativo di aggressione al suo connazionale, avvenuti nella notte del 19 luglio.

L’inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Rovigo e culminata con l’avviso di conclusione delle indagini per alcuni soggetti non sottoposti a custodia, si concentra sull’individuazione del responsabile primario dell’omicidio, identificato in A.

H.
, un uomo di 28 anni attualmente detenuto a Padova.
Le accuse nei suoi confronti sono gravissime: omicidio volontario aggravato dall’ipotizzata premeditazione, un elemento che la Procura intende dimostrare attraverso l’analisi delle prove raccolte durante le indagini.

L’autopsia ha rivelato che il colpo inferto con un coccio di bottiglia ha provocato uno shock emorragico, con lesioni estese a fegato e parete toracica destra, determinando un quadro clinico incompatibile con la vita.
La dinamica precisa dell’aggressione e il ruolo di ciascun imputato rappresentano ora elementi cruciali che il processo dovrà chiarire.

Oltre all’omicidio, sono contestati a tre pakistani, di età compresa tra i 30 e i 32 anni, il reato di concorso in omicidio, implicando una partecipazione attiva e consapevole nell’evento mortale.

Gli altri due indagati sono accusati di concorso anomalo in omicidio e di tentato omicidio, suggerendo un coinvolgimento meno diretto ma comunque rilevante nell’aggressione al cittadino tunisino.

La decisione di richiedere il giudizio immediato, una procedura che accorcia i tempi del processo, riflette la gravità dei fatti e la necessità di una rapida risoluzione della vicenda.

L’accusa punta a stabilire non solo l’identità dei responsabili, ma anche a ricostruire il contesto sociale ed emotivo che ha condotto alla tragedia, potenzialmente esplorando elementi come dinamiche di gruppo, possibili precedenti conflittuali e la presenza di fattori scatenanti.
L’indagine, ora nelle mani dei giudici, dovrà accertare con certezza la ricostruzione dei fatti e attribuire la responsabilità penale a ciascun individuo coinvolto, tenendo conto del principio di presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva.

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