sabato 2 Agosto 2025
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Traffico di uccelli: smascherata rete criminale tra tre province

Un’operazione congiunta dei Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Trieste e del Corpo Forestale Regionale del Friuli Venezia Giulia ha smascherato un sofisticato traffico illegale di avifauna migratrice, con ramificazioni tra le province di Udine, Vicenza e Rovigo.

L’indagine, denominata “Verso Nord” in riferimento al cruciale percorso migratorio interrotto da queste attività criminali, ha portato all’identificazione di nove persone indagate e al sequestro di 327 uccelli da richiamo di provenienza illecita.

L’indagine, coordinata dalla sostituto procuratore Elisa Calligaris presso il Tribunale di Udine, ha svelato un sistema complesso che coinvolgeva la cattura illegale di specie protette, la loro “ripulitura” tramite la contraffazione di sigilli pubblici e l’applicazione fraudolenta di anelli identificativi, e la successiva rivendita a ignari acquirenti.

Il valore di mercato di questi uccelli, venduti come richiami vivi, poteva raggiungere fino a 400 euro per esemplare, generando un notevole profitto illecito per gli organizzatori.

Le attività investigative, protratte per oltre un anno e spinte da precedenti indagini condotte dai Carabinieri Forestali di Ancona sotto la direzione della Procura di Urbino, hanno ricostruito la filiera criminale, che mirava a sfruttare il mercato dei richiami per l’addestramento di altri uccelli da caccia.

La tecnica utilizzata prevedeva l’immissione nel mercato di esemplari catturati illegalmente, mascherandone l’origine tramite la falsificazione di documenti e l’alterazione degli anelli di riconoscimento, che attestano la legalità della detenzione.
Un allevatore della provincia di Udine emerge come figura centrale nell’organizzazione, presunto ideatore di un sistema strutturato che prevedeva la cattura sistematica degli uccelli, la loro “sanificazione” burocratica e la successiva distribuzione attraverso una rete di complici.

Le perquisizioni hanno permesso di rinvenire non solo gli uccelli sequestrati, ma anche attrezzature utilizzate per la cattura, tra cui trappole, reti, richiami acustici e strumenti artigianali impiegati per manipolare gli anelli di riconoscimento, evidenziando un’organizzazione accuratamente pianificata e tecnicamente avanzata.
L’operazione “Verso Nord” solleva interrogativi sulla vulnerabilità delle specie migratorie, frequentemente preda di attività criminali che sfruttano il loro valore commerciale.
L’alterazione degli anelli, oltre a costituire un reato, compromette la tracciabilità degli uccelli e ostacola le attività di monitoraggio e conservazione della fauna selvatica, fondamentali per la tutela della biodiversità.
Le accuse contestate agli indagati spaziano dal tentato furto aggravato ai danni dello Stato, alla contraffazione di sigilli pubblici, dall’incauto acquisto alla detenzione e al commercio illegale di specie protette.
Le indagini proseguono per accertare l’estensione della rete criminale e identificare ulteriori responsabili.

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