Dieci anni.
Un decennio gravido di memoria, di riflessione e di silenziosa commozione per Venezia, che oggi si china a ricordare Valeria Solesin, una giovane studentessa strappata alla vita dalla barbarie terroristica del 13 novembre 2015.
La sua scomparsa, insieme a quella di novanta altre vittime, rappresenta una ferita aperta nel tessuto della città e nel cuore di chi l’ha conosciuta.
Il Comune di Venezia ha voluto onorare la sua memoria attraverso un gesto simbolico e duraturo: un messaggio commemorativo, “Ciao Valeria”, che abbellisce il ponte dedicato alla studentessa, un’arteria che collega il centro storico al Campus Universitario di San Giobbe, luogo dove la sua passione per gli studi e la sua vitalità avrebbero dovuto fiorire.
L’immagine, carica di significato, resterà esposta fino al 24 novembre, data che segnò il momento del doloroso addio solenne celebrato in Piazza San Marco, un corteo funebre che unì l’intera comunità veneziana nel lutto.
La cerimonia pubblica prevista per domani, venerdì 14 novembre alle ore 9.30, rappresenta un’occasione per riaffermare l’importanza della memoria collettiva e per ribadire i valori di pace, tolleranza e rispetto che Valeria incarna.
La partecipazione del Sindaco e del fratello, Dario Solesin, insieme alle massime autorità cittadine, testimonia l’impegno costante di Venezia nel coltivare il ricordo di Valeria e di tutte le vittime di quella tragica notte.
Il gesto delane deposto di fiori non è solo un omaggio floreale, ma un simbolo concreto di condoglianze, di vicinanza alla famiglia e di profonda riflessione sul significato della perdita.
Il pensiero si estende a tutte le vittime del terrorismo, un fenomeno globale che continua a minacciare la sicurezza e la serenità delle nostre società.
La memoria di Valeria Solesin diventa, in questo senso, un monito per la costruzione di un futuro più giusto e pacifico, dove la violenza non prevalga sulla speranza e l’odio non soffochi l’amore.
Un futuro in cui la giovane promessa spezzata di Valeria possa ispirare nuove generazioni a impegnarsi per un mondo migliore.
La sua storia è un appello silenzioso, un invito a non dimenticare e a lavorare instancabilmente per prevenire simili tragedie, perpetuando così la sua memoria attraverso azioni concrete.







