giovedì 2 Ottobre 2025
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Italia superata dalla Francia nel peso fiscale: analisi approfondita.

Un recente studio dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre rivela una significativa inversione di tendenza nel panorama fiscale dell’Eurozona: l’Italia non detiene più il primato negativo del carico fiscale più gravoso, titolo che ora spetta alla Francia, afflitta da una complessa congiuntura di crisi politica, sociale ed economica.
Questa evoluzione, apparentemente favorevole per l’Italia, necessita di un’analisi più approfondita, considerando le dinamiche economiche e commerciali che intercorrono tra i paesi dell’area euro.

La transizione non si manifesta solo in termini di pressione fiscale.

L’Italia, infatti, ha superato la Francia in termini di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite, consumi e investimenti, indicatori vitali per la prosperità e il benessere di una nazione.

Nonostante questo progresso, la Francia continua a esercitare un carico fiscale superiore, pari al 45,2% del PIL, generando un prelievo complessivo di circa 57 miliardi di euro in più rispetto agli italiani.
Un divario considerevole che riflette differenti strategie di gestione delle finanze pubbliche e priorità politiche.
La pressione fiscale francese, sebbene mitigata in parte da agevolazioni per le famiglie con figli, raggiunge livelli che l’Italia non ha mai sperimentato.

Contrariamente, l’Italia mostra performance positive in altri ambiti: un tasso di disoccupazione inferiore di due punti percentuali rispetto alla Francia, un volume di esportazioni superiore di oltre 33 miliardi di dollari, uno spread finanziario ai minimi storici e una significativa ripresa dei conti pubblici.

L’analisi dell’impatto della pandemia evidenzia come l’economia italiana si sia dimostrata particolarmente resiliente nel periodo 2021-2022, superando la ripresa economica di Francia e Germania.
Si prevede una crescita del PIL reale tra il 2019 e il 2024 del 5,8%, contro il 4,3% francese e lo zero tedesco.

Il trend del PIL pro capite, nello stesso periodo, mostra un aumento del 7,2% in Italia, rispetto al 2,6% francese e un -1,6% tedesco, attestando una maggiore capacità di generare ricchezza per abitante.

Solo la Spagna, con un incremento del 6,8%, si distingue per una performance ancora più robusta.

Tuttavia, la Cgia sottolinea con cautela che la situazione economica francese, in quanto principale mercato di sbocco per le esportazioni italiane, rappresenta una variabile critica.

Le difficoltà incontrate dalla Francia rischiano di innescare effetti negativi anche per l’Italia, esacerbati dalle tensioni commerciali e dalle politiche protezionistiche adottate dall’Amministrazione statunitense sotto la presidenza Trump, che impongono dazi e restrizioni al commercio internazionale.

In sintesi, sebbene l’Italia abbia temporaneamente superato la Francia in termini di pressione fiscale, il quadro economico globale richiede una vigilanza costante e una strategia flessibile per mitigare i rischi derivanti dalle turbolenze economiche internazionali e dalle incertezze geopolitiche.

La ripresa italiana, pur solida, rimane intrinsecamente legata alla stabilità e alla prosperità dei suoi principali partner commerciali.

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