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Baby Gang in carcere: GIP Modica ordina la custodia cautelare

La decisione del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Fiammetta Modica, con sede a Milano, ha segnato un punto fermo nel caso che coinvolge il noto trapper, figura prominente nel panorama musicale contemporaneo, meglio conosciuto con il nome d’arte “Baby Gang”.

La GIP ha non solo convalidato l’arresto del giovane, ma ha anche disposto la sua detenzione in custodia cautelare presso il carcere di San Vittore, una misura restrittiva che testimonia la gravità delle accuse contestate.

L’arresto, come emerso dagli atti processuali, è il risultato di un’indagine più ampia, orchestrata dalla Procura della Repubblica di Lecco, focalizzata sul traffico illecito di armi da fuoco e sostanze stupefacenti.

La perquisizione che ha portato al ritrovamento dell’arma – una pistola priva di matricola, segno di una lavorazione illecita volta a eludere i controlli e a rendere difficile la sua tracciabilità – si inserisce, quindi, in un contesto più ampio di contrasto alla criminalità organizzata.

Il trapper, assistito dal suo avvocato Niccolò Vecchioni, si trova ora a fronteggiare accuse di significativo impatto: detenzione abusiva di un’arma clandestina, un reato che implica la violazione delle stringenti normative in materia di possesso di armi, e ricettazione, che presuppone l’aver ricevuto illecitamente un bene, in questo caso l’arma, sapendone la provenienza illecita.
La ricettazione, in particolare, evidenzia un sospetto coinvolgimento in una filiera criminale che ha permesso la circolazione dell’arma.

Durante l’interrogatorio, condotto ieri mattina dalla GIP, il giovane ha fornito la sua versione dei fatti, rispondendo alle domande poste nel tentativo di chiarire le circostanze che lo hanno visto coinvolto in questa vicenda.

L’interrogatorio rappresenta una fase cruciale nel procedimento, in cui l’indagato ha l’opportunità di esporre la propria prospettiva e di fornire elementi utili per la ricostruzione della dinamica dei fatti.

La sua collaborazione con l’autorità giudiziaria, o la sua reticenza, potranno influenzare le successive valutazioni della Procura e la decisione del giudice in futuro.
L’inchiesta è ora focalizzata sull’accertamento delle connessioni tra il trapper e i presunti fornitori dell’arma, e sulla ricostruzione del percorso che ha portato illecitamente l’arma a finire nelle sue mani.
Il caso solleva, inoltre, interrogativi sulla presenza di figure influenti nel mondo dello spettacolo che potrebbero essere coinvolte in attività illegali, e sulla necessità di rafforzare i controlli e i sistemi di prevenzione per contrastare il fenomeno del possesso e della diffusione di armi illegali.

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