L’emersione di Italo Bocchino come consigliere per la comunicazione del Presidente regionale Francesco Acquaroli, durante la campagna elettorale nelle Marche, ha scatenato un acceso dibattito che trascende la semplice polemica politica. L’intervista rilasciata a *Il Foglio* da Bocchino, in cui dipinge un quadro idilliaco della sanità marchigiana, in contrasto con la percezione diffusa tra i cittadini, solleva interrogativi cruciali sulla gestione della comunicazione politica e sulla rappresentatività delle narrazioni promosse.Alessia Morani, ex sottosegretaria allo Sviluppo Economico e figura di spicco del Partito Democratico, ha espresso con veemenza il suo disappunto, definendo la scelta come una “strategia di comunicazione fallace” basata sulla paura e sulla dipendenza esterna. L’affermazione secondo cui la Regione necessiti di una “balia da Roma” per gestire la sanità è particolarmente significativa, in quanto implica una mancanza di fiducia nelle competenze interne e un’ammissione tacita di difficoltà strutturali.La critica di Morani non si limita alla retorica, ma si concretizza in un invito pressante: un’esperienza diretta sul territorio. L’esortazione a visitare i pronto soccorso e le aree interne, dove la carenza di medici di medicina generale e guardie mediche è una realtà tangibile, smaschera la distanza tra la narrazione propagandistica di Bocchino e la condizione di vita di molti marchigiani. Questa discrepanza evidenzia un problema più ampio: la tendenza a costruire immagini distorte della realtà per fini politici, a discapito della verità e della fiducia dei cittadini.Il riferimento a Matteo Ricci, candidato alla presidenza, introduce un elemento di contrasto. Il suo successo come sindaco e la forte affluenza di voti di preferenza ottenuti alle elezioni europee testimoniano un consenso popolare radicato nelle Marche, un consenso che potrebbe essere messo a dura prova da strategie comunicative che si allontanano dalla concretezza e dalla verità. La forza di Ricci risiede, presumibilmente, nella sua capacità di incarnare un approccio più pragmatico e legato alla realtà locale, in netto contrasto con l’immagine di una regione idealizzata proiettata da Bocchino.L’episodio intero innesca una riflessione più ampia sulla responsabilità dei comunicatori politici. La capacità di costruire narrazioni convincenti è un’arma potente, ma deve essere accompagnata da un senso di integrità e da un profondo rispetto per la verità. La comunicazione politica non dovrebbe essere uno strumento per celare problemi o per generare false aspettative, ma un mezzo per promuovere un dialogo trasparente e costruttivo, volto al benessere della collettività. La critica di Morani, pur nella sua veemenza, rappresenta un monito a riscoprire i valori fondamentali della comunicazione politica: onestà, trasparenza e radicamento nella realtà.
Bocchino e la Sanità: Polemiche e Narrazioni in Regione
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