L’architettura del sistema di reclutamento e formazione del personale scolastico in Valle d’Aosta, come a livello nazionale, si configura come un complesso intreccio di competenze esclusive statali, che limitano significativamente la capacità di intervento della Regione. La definizione dei concorsi per dirigenti scolastici e docenti, così come la strutturazione dei percorsi abilitanti, rientrano interamente nella sfera di competenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito, generando una situazione di dipendenza che si traduce in ritardi e disagi per il sistema scolastico regionale.La Regione Valle d’Aosta, pur esprimendo pubblicamente l’auspicio di una gestione più tempestiva dei processi concorsuali – con un avvio del concorso per dirigenti scolastici antecedente all’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 – si trova costretta a fronteggiare le conseguenze di scelte nazionali non allineate alle esigenze locali. Questa situazione ha reso necessario l’impiego di reggenze forzate e la gestione di posti vacanti, soluzioni palliative che minano la stabilità e l’efficienza del sistema educativo.L’attività della Regione, volta a mitigare gli impatti negativi di tali ritardi, si è concentrata sulla costante interlocuzione con i Ministeri competenti e con gli Atenei, in particolare con l’Università di Torino, che gestisce i percorsi abilitanti tramite il consorzio Cifis. L’obiettivo primario è stato quello di promuovere l’uniformità dei criteri di valutazione tra i diversi Atenei, al fine di evitare disparità di trattamento tra i corsisti, e di garantire il completamento dei percorsi entro il mese di luglio, in modo da consentire l’inserimento tempestivo dei neo-abilitati nelle graduatorie regionali. Si è altresì manifestato disappunto per i ritardi riscontrati in alcune sedi universitarie, come Torino e Pavia, che rischiano di penalizzare i docenti valdostani rispetto ai loro colleghi iscritti in altre regioni.Un elemento di criticità emerge dalla scarsa partecipazione dei rappresentanti della Valle d’Aosta a livello nazionale, i quali avrebbero potuto agire come voce degli interessi regionali, contrastando le disuguaglianze strutturali che penalizzano il personale scolastico precario. La questione dell’accesso alla prima fascia delle graduatorie, considerata cruciale per la stabilizzazione professionale degli insegnanti, è stata oggetto di particolare attenzione.Nonostante i tentativi di sollecitazione, persistono voci discordanti all’interno dell’assemblea legislativa. Si esprime rammarico per la mancata risposta alle aspettative degli insegnanti, con riferimento ai tempi di inserimento nelle graduatorie regionali. Si contesta inoltre la presunta inazione nel coordinamento delle prove, sottolineando la presenza, all’interno del Consiglio di Amministrazione dell’Università della Valle d’Aosta, sia del Presidente della Regione che dell’Assessore al sistema educativo. L’obiettivo di completare le prove entro il 30 giugno, non raggiunto, viene interpretato come una responsabilità dell’Assessore, con un tentativo di scaricare la colpa sull’istituzione universitaria. L’episodio evidenzia una profonda frustrazione per la limitata autonomia regionale nella gestione strategica del personale scolastico, nonostante gli sforzi profusi per mitigare le conseguenze delle scelte nazionali.
Reclutamento scolastico in Aosta: dipendenza nazionale e frustrazioni regionali
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