La vicenda che coinvolge i due agenti di polizia indagati per omicidio colposo a Taranto, originariamente in relazione alla tragica scomparsa del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, assume contorni inediti e apparentemente favorevoli per i poliziotti, a seguito degli eventi che hanno portato alla morte di Michele Mastropietro, sospettato di essere l’autore dell’omicidio del brigadiere. Un’inversione di rotta che muta profondamente la dinamica del procedimento penale, trasformando i due agenti da indagati a potenziali persone offese in un filone d’indagine parallelo.L’evoluzione della situazione si è concretizzata durante l’esecuzione dell’autopsia sul corpo di Mastropietro, affidata al medico legale Roberto Vaglio di Lecce sotto la supervisione del pubblico ministero Francesco Ciardo. L’esame, condotto presso l’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, si svolge in un contesto giuridico in transizione, con la nomina di consulenti tecnici da entrambe le parti, segnando un passaggio cruciale nella ricostruzione degli eventi. La presenza di Giancarlo Di Vella, consulente nominato per la difesa dei poliziotti, sottolinea l’importanza attribuita all’analisi forense e alla ricostruzione scientifica della dinamica.La Procura, nel suo aggiornamento, descrive una fuga durante la quale Mastropietro avrebbe ripetutamente sparato contro gli agenti, i quali avrebbero subito lesioni derivanti da cadute durante il tentativo di arresto. Questa ricostruzione, se confermata dall’analisi forense e dalle perizie, potrebbe costituire un elemento chiave a favore della tesi della legittima difesa, sostenuta dai legali Antonio La Scala e Giorgio Carta, rappresentanti dei due poliziotti.La formalizzazione della condizione di “persone offese” in relazione al tentato omicidio e alle lesioni personali subite, contestati a Camillo Giannattasio, l’altro soggetto coinvolto nella fuga e successivamente arrestatosi, rappresenta un elemento di svolta significativa. L’avvocato La Scala esprime soddisfazione per il riconoscimento del ruolo dei suoi assistiti, sottolineando l’importanza di tutelare anche i diritti di coloro che, nell’esercizio delle loro funzioni, si sono trovati ad affrontare una situazione di pericolo imminente.Le prime indiscrezioni, che indicano un singolo proiettile al torace come causa della morte di Mastropietro, aprono a diverse interpretazioni e richiederanno un’analisi accurata per accertare se tale ferita sia riconducibile a un colpo di legittima difesa o a un altro evento. La ricostruzione completa degli eventi, supportata da prove scientifiche e testimoniali, sarà determinante per il futuro del procedimento penale e per l’accertamento della verità processuale. La vicenda solleva, inoltre, interrogativi sulla gestione delle forze dell’ordine in situazioni di conflitto armato e sulla necessità di garantire la protezione degli agenti impegnati nella difesa della legalità.
Taranto, svolta nel caso Legrottaglie: agenti da indagati a persone offese
Pubblicato il
