venerdì, 20 Giugno 2025
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Napoli Anni ’70: Alle Origini di Gomorra

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Gomorra: Le Origini – Un Viaggio nel Tempo e nell’Anima di NapoliIl set si anima di un’atmosfera inattesa: pecore vagano tra relitti di automobili, muri scrostati e casupole basse, immerse in una luce abbagliante che sa di Napoli, o meglio, di San Giovanni a Teduccio. L’aria, pregna di un profumo agreste, evoca per molti un passato perduto, una “madeleine” olfattiva che risveglia ricordi di un’epoca scomparsa. L’arrivo di Pietro e Imma, adolescenti luminosi a bordo di un Ciao scoppiettante, irrompe in questa scena, portando con sé un’energia nuova, un’esplosione di colori vivaci e di sguardi ingenui. Imma, con la sua giacca di velluto ruggine, spicca in questo scenario polveroso, ma intriso di sorrisi, incarnando un’immagine che definisce i protagonisti di *Gomorra – Le Origini*. L’incontro con il gruppo di amici, segnato dalla raglia di un asino sullo sfondo, culmina in un gesto semplice ma significativo: un giovane, Fucariello, stringe la mano a Imma con un entusiasmo palpabile, esclamando: “Incantato, signorina! Alla fine ce l’hai fatta! A me me pare una leonessa”.*Gomorra – Le Origini* si propone di essere un’esperienza profondamente diversa dalla serie madre. Abbandonati i toni cupi e la crudezza che hanno caratterizzato *Gomorra – La Serie*, qui emerge una narrazione permeata da una luce solare, che illumina un passato dimenticato.Il progetto, nato dalla collaborazione tra Sky Studios, Cattleya, e guidato da figure chiave come Nils Hartmann, Riccardo Tozzi, Marco D’Amore e Maddalena Ravagli, si pone l’ambizioso obiettivo di ricostruire una Napoli che non esiste più, quella degli anni ’70, prima del terremoto, un’epoca segnata da un’identità culturale e sociale ben definita.L’idea, concepita dagli sceneggiatori, ha convinto tutti con la promessa di una ri-creazione scenografica straordinaria, con costumi e arredi accuratamente selezionati per evocare le tre Napoli che compongono il tessuto narrativo: la città povera dei ragazzi, il mondo scintillante dei piccoli criminali e l’ambiente ingessato delle famiglie borghesi.Marco D’Amore, inizialmente titubante nell’accettare questa sfida, è stato conquistato da un grado di libertà creativo inaudito rispetto alla serie originale. “Nessuno di voi può minimamente immaginare cosa sarà *Gomorra – Le Origini*”, dichiara il regista, sottolineando che la narrazione si propone di essere una distorsione controllata della realtà, una rielaborazione dei fatti e dei personaggi che ne definiscono l’essenza.Sebbene il nuovo capitolo mantenga un legame con il passato, si propone di esplorare il processo storico che ha plasmato il personaggio di Pietro Savastano, ispirandosi a documentari e testimonianze che raccontano la realtà della Secondigliano degli anni ’70. In questo contesto emergono attività illecite, gestite da orde di giovani alla ricerca di un’alternativa alla povertà, un’opportunità per riscrivere il proprio destino.La serie esplora anche le differenze fondamentali tra le aspirazioni di Pietro e quelle di Ciro Di Marzio, uno desideroso di vivere a lungo e godere dei frutti del proprio lavoro, l’altro concentrato sull’accumulo di potere a breve termine. Mentre Ciro era indifferente alle donne, alle automobili e ai vestiti, Pietro coltivava sogni di successo materiale e di un futuro agiato.Gli autori e i registi hanno deliberatamente scelto di ignorare le critiche, concentrandosi esclusivamente sulla realizzazione di una storia autentica e coerente con la propria visione. *Gomorra – Le Origini* si presenta come un racconto unico, libero da qualsiasi vincolo o pregiudizio, un’esplorazione profonda dell’anima di Napoli e dei suoi abitanti.Il cast, composto principalmente da giovani interpreti, è stato selezionato attraverso un lungo e meticoloso processo di casting, che ha coinvolto scuole di cinema e teatro di Napoli e provincia. Luca Lubrano, il giovane attore che interpreta Pietro, è stato scelto per la sua somiglianza fisica e caratteriale con lo stesso Marco D’Amore, un elemento che ha contribuito a creare un legame emotivo profondo tra il regista e il suo protagonista.

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