Andrea Bresh, al secolo Andrea Ascoli, presenta “Mediterraneo”, il capitolo conclusivo di una trilogia musicale profondamente radicata nel paesaggio interiore e geografico ligure. Lungi dalle etichette convenzionali che lo vorrebbero incasellabile tra rap e cantautorato, Bresh definisce la sua proposta artistica come “hope music”: un’affermazione di fiducia e positività che sembra aver trovato un’eco particolare negli ultimi anni, intrisi di incertezza. “Mediterraneo”, in uscita il 6 giugno, non è un semplice album, ma un vero e proprio diario di crescita e di ricerca di equilibrio. “Ho creato questo disco – spiega l’artista – come un salvagente, per navigare le acque spesso tempestose dell’animo umano. È un’autoanalisi continua, un’esplorazione intima che traspare in tutta la mia musica.” L’ispirazione è nata da un’esperienza semplice ma potente: la consapevolezza di poter trovare appagamento nella semplicità, nell’abbraccio del mare.Il Mediterraneo, elemento chiave non solo paesaggistico ma anche emotivo, è il filo conduttore che lega i tre album: “Che io mi aiuti”, “Oro blu” e ora “Mediterraneo”. Questa trilogia rappresenta un viaggio, sia fisico che interiore, che invita l’ascoltatore a lasciarsi trasportare, ma senza perdere di vista la realtà che lo circonda. L’esperienza di Sanremo, con la sua visibilità inaspettata e l’emozionante performance con Cristiano De André su “Creuza de ma”, ha confermato a Bresh il potere di un’arte autentica, capace di generare connessioni profonde. Pur riconoscendo la natura effimera della popolarità televisiva – “una fama fatua” – l’artista ha scelto di preservare la propria identità, temendo la potenziale perdita di sé che il successo potrebbe comportare. “Dopo ‘Oro blu’ avevo paura di trasformarmi,” confessa, “era una responsabilità che mi spaventava.” La sua bussola è una frase appresa nell’ambiente familiare, un mantra che lo guida: “Meglio essere positivi e aver torto che pessimisti e aver ragione.”Il percorso musicale di Bresh è segnato da un’evoluzione. Nei primi lavori emergeva un’inquietudine, un desiderio di appartenenza diviso tra il richiamo della casa e la necessità di partire. Oggi, l’artista ha appreso che il piacere di tornare non deve precludere la gioia di esplorare. La solitudine, lungi dall’essere un peso, viene trasmutata in poesia, in melodie che mirano a infondere speranza e a illuminare anche solo una piccola parte della giornata altrui. L’album, composto da quindici tracce, dal singolo “Umore marea” all’intensa collaborazione con Kid Yugi in “Altezza cielo”, è una testimonianza di questa trasformazione.L’entusiasmo per il progetto ha portato all’annullamento del tour estivo, dovuto alla tardiva finalizzazione dell’album. Il tour legato a “Mediterraneo” si terrà in autunno, animando i palasport, con due date sold out al Forum di Milano il 6 e il 7 novembre. Un segnale chiaro dell’affezione del pubblico e della risonanza profonda che la “hope music” di Bresh riesce a generare.