Il peso delle parole non dette: Molly Jong-Fast e il ritratto impietoso di una madre afflitta dalla demenzaIl debutto imminente di “How To Lose Your Mother” di Molly Jong-Fast non è un semplice memoir; è un atto di resa dei conti, un’immersione cruda e senza filtri nel declino di Erica Jong, l’autrice che ha consacrato il suo nome nel panorama letterario americano con l’audace espressione “scopata senza cerniera”. Un’etichetta che, paradossalmente, sembra riflettere un approccio alla vita e alle relazioni che ha segnato profondamente la figlia, ora chiamata a confrontarsi con la fragilità e la perdita di memoria della madre.Erica Jong, figura iconica degli anni Settanta, ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, ma il suo successo letterario ha generato un’ombra complessa per Molly, cresciuta sotto i riflettori, spesso relegata al ruolo di accessorio narrativo nei romanzi della madre, un personaggio secondario da cui attingere drammi personali legati alla dipendenza e alla ricerca di identità. “How To Lose Your Mother” svela la sensazione destabilizzante di una figlia cresciuta in un ambiente permeato da rappresentazioni fittizie di sé, dove la linea tra realtà e finzione si confondeva, impedendo a Molly di definire una propria individualità.Il memoir non è un’accusa gratuita, bensì un tentativo di comprensione e di presa di distanza. Susan Cheever, amica di famiglia e figlia dello scrittore John Cheever, descrive l’opera come un’affermazione di autonomia, un modo per Molly di riconquistare il controllo della propria esistenza. L’uscita del libro ha portato il *New York Times* a intervistare Erica Jong, che vive ora assistita in una residenza di lusso a Manhattan, vedova per la terza volta. La scrittrice, definita dalla figlia “madre terribile”, non ha ancora letto il libro, ma ne comprende la portata: in una famiglia di scrittori, la vita stessa diventa un testo aperto, accessibile anche alle figlie. Molly ha scelto di non condividere una copia alla madre, consapevole della sua compromessa capacità di memorizzazione, un ulteriore elemento di distacco e, forse, di pietà.La carriera letteraria di Erica Jong, costellata di bestseller come “Paracadute e Baci” e “Il Salto di Saffo”, si è interrotta bruscamente con l’avvento della demenza, accelerata dalla pandemia di COVID-19. Il libro di Molly Jong-Fast dipinge un quadro doloroso: Erica Jong immobile a letto, isolata, rifiutando l’igiene, immersa in un ambiente malsano. Questo quadro, in linea con la tradizione familiare di trasparenza e, a volte, di sfacciataggine, rischia di danneggiare l’eredità letteraria della madre, pur onorandola con un atto di coraggio e di verità.”How To Lose Your Mother” solleva interrogativi profondi sulla natura stessa del memoir, genere letterario intrinsecamente soggettivo e quindi inevitabilmente parziale. Chi detiene il diritto di raccontare la verità all’interno di una famiglia di scrittori? La narrazione può mai essere completa ed equa? L’opera di Molly Jong-Fast si intreccia con quella della madre, creando un dialogo complesso, a tratti contraddittorio, ma profondamente rivelatore. Le loro storie, come frammenti di un vaso antico, si incastrano imperfettamente, rivelando le crepe e le fratture di un rapporto complesso, segnato dall’amore, dal risentimento e dalla ricerca di identità. Il libro promette di essere un’esplorazione intima e dolorosa del ruolo della figlia, della maternità e della perdita, un’opera che sfida le convenzioni e che invita a riflettere sulla verità, sulla memoria e sul potere delle parole.