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mercoledì 10 Settembre 2025

Vino, Pilastro Italiano: Consumo in Calo, Passione Intatta

L’Italia conferma il vino come pilastro incontrastato della propria cultura enogastronomica, con una prevalenza schiacciante di consumatori di alcolici (89%) che hanno brindato con vino nell’ultimo semestre. Questo dato, elaborato dall’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV) sulla base di dati IWS, consolida il divario tra il vino e le altre categorie alcoliche come birra, distillati e liquori, riflettendo una preferenza radicata e persistente.Nonostante una lieve riduzione dei volumi consumati (-2,5% rispetto all’anno precedente, indice di una moderazione nell’intensità del consumo), l’incidenza del vino tra i consumatori alcolici rimane elevatissima. Questa dinamica suggerisce un cambiamento nell’approccio al consumo, orientato verso una maggiore consapevolezza e un’integrazione più equilibrata nella dieta mediterranea, piuttosto che un abbandono definitivo. L’UIV sottolinea come, al contrario di quanto si potrebbe intuire da un calo dei volumi, il vino mantenga un ruolo centrale nella vita sociale e culinaria degli italiani, testimoniando la sua resilienza culturale ed economica. I vini fermi hanno subito un calo di volume più marcato rispetto agli spumanti, che hanno mostrato una stabilità notevole.Il Prosecco si distingue come il vino più popolare, apprezzato dal 68% del campione, un dato che ne evidenzia la capacità di attrarre un vasto pubblico, anche al di fuori dei tradizionali contesti di consumo. A differenza del Prosecco, che si presta a un’ampia varietà di occasioni, la maggior parte del vino viene consumata durante i pasti e in ambienti domestici, sottolineando il suo legame con le tradizioni familiari e la convivialità. L’equità di genere nel consumo di vino (90% tra gli uomini e 88% tra le donne) rappresenta un’anomalia rispetto alle altre categorie alcoliche, dove la preferenza maschile è nettamente più accentuata, un indicatore forse legato alla percezione del vino come bevanda sociale e condivisa, più che come un mero vezzo maschile.L’analisi generazionale rivela un’aderenza crescente al vino con l’aumentare dell’età: l’80% della Gen Z lo apprezza, una percentuale che sale all’88% tra i Millennials, all’89% tra i Gen X e culmina al 92% tra i Boomers. Questo dato conferma come il vino mantenga un’attrattiva duratura, capace di attraversare le diverse generazioni. Un’altra correlazione significativa emerge dall’analisi della disponibilità economica: un reddito più elevato si traduce in un consumo più frequente non solo di vino, ma anche di altre bevande alcoliche, evidenziando come la capacità di spesa influenzi le scelte di consumo.L’influenza del vino si estende anche alla cultura dei cocktail, dove lo Spritz emerge come la scelta prevalente, particolarmente apprezzato dalle donne e dai giovani tra i 25 e i 34 anni. La sangria, con il 10% delle preferenze, si posiziona in una posizione di rilievo tra i cocktail più amati, dopo il gin tonic, il mojito e il negroni, a testimonianza della crescente contaminazione tra le tradizioni enologiche italiane e le tendenze globali.

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