La Morte tra le Sbarre del Cinema: David Cronenberg affronta la Tabù.

Il cinema come rito iniziatico al confronto con l’inevitabile, la morte. Un tema tabù nell’Occidente contemporaneo dove la paura della morte è spesso mascherata da un frettoloso dimenticarla o dalla sua riduzione a una sorta di “fine del viaggio”. Ma il cinema in sé, come medium universale ed universalemente capiente, sembra essere il luogo ideale per affrontare la tematica più umana e meno umanizzabile. E David Cronenberg, il maestro della morte visiva, prende di petto il tema con uno spettacolare film, nonché un atto d’amore filiale al tempo stesso: è “The Shrouds – Segreti Sepolti”, che in concorso a Cannes e dal 3 aprile in sala, grazie all’associazione tra Europictures e Adler Entertainment.Questo lungometraggio di oltre due ore si impegna a non risparmiare alcuna immagine allo spettatore per raccontare, con la stessa intensità del maestro canadese, il momento della morte come epilogo della vita. E il film diventa ancora più emozionante grazie alla storia dietro la storia: Cronenberg ha infatti tratto ispirazione proprio dalla scomparsa della moglie Carolyn nel 2017 e con il film esprime un sentimento forte, impossibile da dire, come scrive lui stesso, in “The Shrouds”: l’idea di accompagnare sua moglie nella bara senza lasciarla sola. Un gesto d’amore quasi impossibile da comunicare agli altri ma che solo il cinema può rendere reale.

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