sabato, 21 Giugno 2025
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Duran Duran: un viaggio sinestetico negli anni ’80

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Un’onda di energia pop ha investito gli I-Days, trascendendo la mera esibizione musicale per divenire un vero e proprio viaggio sinestetico attraverso quattro decenni di storia culturale. I Duran Duran, veri e propri archeologi del suono, hanno condotto ventimila spettatori in un’odissea temporale, un’immersione nei decenni che hanno plasmato l’estetica e la sensibilità di una generazione, e che continuano a ispirare nuove. La platea, un caleidoscopio di volti, riconosceva tra i presenti ex adolescenti degli anni Ottanta, coatti a rivivere l’euforia di un’epoca definita da sintetizzatori, video musicali innovativi e un’irresistibile voglia di ballare.L’atmosfera è stata preparata da Night Boat e Wild Boys, per poi esplodere con l’inconfondibile ruggito di Hungry Like a Wolf. La successiva interpretazione della colonna sonora di “A View to a Kill”, un omaggio a James Bond, ha amplificato la teatralità dello spettacolo. L’assenza fisica di alcuni membri non ha scalfito l’energia della band, anzi, ha focalizzato l’attenzione sul carisma di Simon Le Bon e l’innegabile talento di John Taylor, celebrato in questa serata. “Invisibile da Future Past” ha agito come un ponte, un ritorno al presente a partire dal disco del 2021, per poi essere immediatamente catapultati nel cuore degli anni Ottanta con “Notorious”, proiettando un’immaginaria New York sullo schermo led.La comunicazione con il pubblico è stata costante e sentita. “Vi state divertendo?” ha chiesto Simon, instaurando un dialogo diretto che ha reso la performance ancora più coinvolgente. Un plauso è stato tributato a Les Votives, la band d’apertura, che ha sfoggiato con orgoglio una bandiera palestinese, un gesto di solidarietà che ha aperto la strada a “Night Runner”, un featuring del 2007 con Timbaland e Justin Timberlake, e alla sorprendente cover di “Super Freak” tratta da “Danse Macabre”. La cover di “Evil Woman” degli Electric Light Orchestra ha preceduto “Friends of Mine”, un brano estratto dal primo album dei Duran Duran, un momento per ripercorrere le radici della loro carriera. Immagini di film horror cult hanno fatto da sfondo alle note, creando un’atmosfera surreale e suggestiva. Durante “Careless Memory”, le parole del brano sono state proiettate sui led, ma la loro risonanza era ormai impressa nei cuori di tutti.Nel mezzo dello spettacolo, un momento di riflessione. Simon Le Bon, con voce pacata, ha invitato il pubblico a dedicare un minuto di pensiero alle vittime di Gaza, esprimendo il desiderio di pace e ricordando i fratelli e le sorelle in Ucraina, persone che lottano quotidianamente per la sopravvivenza in un “Ordinary World”, per poi intonare proprio quel brano. Un’interpretazione intima di “Come Undone”, con la corista Anna Ross, ha creato un’atmosfera rarefatta, un’esplosione di emozioni.La ripresa dell’energia è stata immediata con “Sunrise”, un brano che ha scatenato un’ondata di entusiasmo. Un semplice “Come stai?” in italiano ha rafforzato il legame con il pubblico, prima di presentare tutti i membri della band. Il saluto a John Taylor, con l’invito esplicito a “Play the fucking bass”, è stato accompagnato da una richiesta corale di auguri per il suo 65° compleanno. “Planet Earth”, un ritorno alle origini, ha preceduto “The Reflex”. Un invito a sorridere e a scattare un selfie ha preparato il terreno per “Girls on Film” e “Psychokiller”.I bis sono stati accolti con un’ovazione. Simon Le Bon, con una bandiera italiana in mano, ha guidato il pubblico nell’esecuzione di “Save a Prayer”. Poi, il momento tanto atteso: “Happy Birthday” per John, celebrato con una torta portata sul palco dalla moglie, davanti a un pubblico commosso. Ma la festa non finiva qui, anzi, culminava con l’esplosiva interpretazione di “Rio”, introdotta dalla linea di basso iconica di John Taylor. Un brano del 1982 che, a distanza di decenni, sembrava risuonare con una freschezza inaudita, simbolo di un’eredità musicale che continua a ispirare e a emozionare. Un viaggio nel tempo, un omaggio alla musica, un’esperienza indimenticabile.

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