martedì, 17 Giugno 2025
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Sergio Ramelli: ricordando il ragazzo ucciso dalle estreme sinistre nel 1975

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Sergio Ramelli, il ragazzo che morì per le sue ideeLa memoria condivisa è un valore fondamentale della nostra società democratica. È importante ricordare gli eventi del passato e non lasciarli seppellire sotto la neve del dimenticato. Sergio Ramelli è uno di questi eventi, un ragazzo di soli diciotto anni che venne ucciso a Milano nel 1975 da militanti dell’estrema sinistra.La sua storia è un monito contro l’odio ideologico e la violenza politica. Fu ucciso per le sue opinioni, per il suo modo di pensare, e non per alcun atto violento o aggressivo. La sua morte fu un delitto premeditato, giustificato da una cultura dell’odio che ha prodotto decine di vittime.Il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro ha ricordato Sergio Ramelli durante la cerimonia di intitolazione di un giardino pubblico a suo nome. Ha sottolineato l’importanza della memoria condivisa e l’impossibilità di dividere il dolore in categorie politiche. Ha ribadito che la democrazia si difende con il pensiero, non con la violenza, e che la politica è passione, mai odio.La cultura dell’odio ha lasciato delle ferite profonde nella nostra società. È importante ricordare gli eventi del passato per evitare di ripetere gli errori del presente. La libertà di pensiero, di parola e di dissentire è un diritto fondamentale della democrazia e dobbiamo educare i giovani a questa libertà.Ricordare Sergio Ramelli significa difendere la libertà e la verità. Significa anche educare i giovani a quanto può costare l’odio ideologico e quante vite ha spezzato. È un atto di memoria, di verità e di giustizia che dobbiamo compiere con le parole, con la riflessione e con la storia.L’intitolazione del giardino pubblico a Sergio Ramelli è un gesto concreto per ricordare il suo sacrificio. È un omaggio alla sua memoria e ai valori della democrazia. Speriamo che questo evento possa essere un monito contro l’odio ideologico e la violenza politica, e che possiamo costruire una società più tollerante e più democratica.La nostra società deve imparare a convivere con le differenze di opinione e a difendere il diritto di dissentire. La cultura dell’odio ha lasciato delle ferite profonde, ma è anche importante ricordare gli eventi del passato per evitare di ripetere gli errori del presente.La memoria condivisa è un valore fondamentale della nostra società democratica. È importante ricordare gli eventi del passato e non lasciarli seppellire sotto la neve del dimenticato. Sergio Ramelli è uno di questi eventi, un ragazzo di soli diciotto anni che venne ucciso a Milano nel 1975 da militanti dell’estrema sinistra.La sua storia è un monito contro l’odio ideologico e la violenza politica. Fu ucciso per le sue opinioni, per il suo modo di pensare, e non per alcun atto violento o aggressivo. La sua morte fu un delitto premeditato, giustificato da una cultura dell’odio che ha prodotto decine di vittime.Il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro ha ricordato Sergio Ramelli durante la cerimonia di intitolazione di un giardino pubblico a suo nome. Ha sottolineato l’importanza della memoria condivisa e l’impossibilità di dividere il dolore in categorie politiche.La cultura dell’odio ha lasciato delle ferite profonde nella nostra società. È importante ricordare gli eventi del passato per evitare di ripetere gli errori del presente. La libertà di pensiero, di parola e di dissentire è un diritto fondamentale della democrazia.Ricordare Sergio Ramelli significa difendere la libertà e la verità. Significa anche educare i giovani a quanto può costare l’odio ideologico e quante vite ha spezzato. È un atto di memoria, di verità e di giustizia che dobbiamo compiere con le parole, con la riflessione e con la storia.L’intitolazione del giardino pubblico a Sergio Ramelli è un gesto concreto per ricordare il suo sacrificio. È un omaggio alla sua memoria e ai valori della democrazia. Speriamo che questo evento possa essere un monito contro l’odio ideologico e la violenza politica, e che possiamo costruire una società più tollerante e più democratica.La nostra società deve imparare a convivere con le differenze di opinione e a difendere il diritto di dissentire. La cultura dell’odio ha lasciato delle ferite profonde, ma è anche importante ricordare gli eventi del passato per evitare di ripetere gli errori del presente.In questo senso, l’intitolazione del giardino pubblico a Sergio Ramelli è un atto di memoria e di verità che ci aiuta a costruire una società più tollerante e più democratica. È un omaggio alla sua memoria e ai valori della democrazia.Speriamo che questo evento possa essere un monito contro l’odio ideologico e la violenza politica, e che possiamo costruire una società più giusta e più equa per tutti.

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