Con un tono che bilancia fermezza e gratitudine, il Colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo ha recentemente rilasciato una dichiarazione pubblica, trasmessa attraverso il suo profilo Facebook, ribadendo la sua assoluta innocenza in relazione all’indagine sulla tragica scomparsa del sindaco pescatore Angelo Vassallo, avvenuta ad Acciaroli nel 2010.
Questa comunicazione, diretta e personale, segue un periodo di detenzione, interrotto dalla recente scarcerazione disposta dal Tribunale del Riesame, e testimonia un percorso giudiziario complesso e travagliato.
La liberazione del Colonnello, pur rappresentando un sollievo, non segna una chiusura definitiva, bensì un punto di transito in una vicenda che si protrae da quindici anni, segnata da precedenti archiviamenti e riaperture, un dedalo di indagini che lo hanno visto coinvolto in una spirale di accuse che egli respinge con veemenza.
Il Colonnello Cagnazzo, con profonda emozione, esprime la sua riconoscenza a coloro che, durante questo periodo buio, gli hanno offerto sostegno morale e professionale: amici, colleghi, collaboratori e persino conoscenti, tutti uniti da un sentimento di solidarietà che ha rafforzato la sua resilienza.
Un elemento cruciale della comunicazione del Colonnello è l’espressa volontà di affrontare le nuove motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame dopo la sua scarcerazione.
La decisione di scarcerazione, infatti, è stata preceduta dall’annullamento dell’ordinanza precedente da parte della Corte di Cassazione, che aveva rilevato significative carenze nella valutazione della gravità degli indizi a carico del Colonnello, carenze che non potevano essere ignorate.
Questa circostanza rafforza ulteriormente la convinzione del Colonnello nella correttezza della sua posizione e lo spinge a procedere con un nuovo ricorso in Cassazione, al fine di ottenere una piena e definitiva riabilitazione.
La dichiarazione non si limita a una mera difesa personale, ma si eleva a una riflessione più ampia sulla sua carriera e sul suo rapporto con la Repubblica Italiana.
Il Colonnello Cagnazzo, in oltre trent’anni di servizio, ha sempre onorato il giuramento di fedeltà, dedicandosi con passione e dedizione alla tutela dei cittadini.
Nonostante le accuse e le difficoltà, egli mantiene intatta la sua fede nella giustizia e nel valore del servizio pubblico, pur sentendosi “ferito” da questa vicenda che lo vede coinvolto.
L’enormità della documentazione a suo carico, un archivio processuale che si estende per oltre ottantamila pagine, rappresenta un ostacolo alla comprensione completa della vicenda da parte dell’opinione pubblica, un muro di formalità che rende difficile discernere la verità.
Tuttavia, il Colonnello Cagnazzo si dimostra fiducioso che la verità, sepolta in quelle pagine, emergerà, portando con sé la sua innocenza.
La sua conclusione è un messaggio di speranza e perdono: il rancore non fa parte del suo animo, e la sua fiducia nella giustizia resta incrollabile.