La situazione all’interno degli istituti penali italiani, e in particolare nella casa circondariale di Napoli-Poggioreale, si configura come una grave emergenza che impatta direttamente sulla salute e la dignità del personale della Polizia Penitenziaria.
Non si tratta di semplici disservizi, bensì di una sistematica erosione delle condizioni di lavoro, con ripercussioni tangibili sulla sicurezza e l’efficacia dell’intero sistema penitenziario.
Le segnalazioni, reiterate e circostanziate, descrivono un quadro allarmante: mense strutturalmente inadeguate, con pasti di qualità scadente e spesso insufficienti a soddisfare i fabbisogni nutrizionali del personale, il cui impegno quotidiano è già gravoso e sottoposto a elevati livelli di stress.
L’emergenza igienico-sanitaria, con la presenza di infestazioni da blatte e altri insetti, eleva la situazione da un problema di ordinaria amministrazione a una violazione inaccettabile dei principi fondamentali del diritto del lavoro e della tutela della salute pubblica.
L’astensione dal consumo dei pasti da parte del personale, un gesto di aperta protesta, testimonia il punto di rottura raggiunto dopo anni di incuria, di tagli indiscriminati e di politiche di risparmio che hanno sacrificato il benessere dei lavoratori sull’altare di una gestione miope e insostenibile.
La Confederazione Sindacati Penitenziari, attraverso la voce del suo vicepresidente Luigi Castaldo, non si limita a denunciare la gravità della situazione, ma solleva un interrogativo cruciale: come è possibile garantire la sicurezza e l’efficienza del sistema penitenziario, quando chi lo gestisce è lasciato in condizioni di lavoro così precarie? L’auspicio di un focus nazionale sul servizio mensa, con un’analisi comparativa con le mense di altre amministrazioni statali che hanno dimostrato modelli di gestione più efficienti e rispettosi dei diritti dei lavoratori, è un segnale di volontà di cambiamento.
Consipe, forte della rappresentanza del personale, rivendica interventi urgenti, concreti e risolutivi, che vadano oltre le promesse e le rassicurazioni di facciata.
Si tratta di garantire un pasto sicuro, dignitoso e di qualità, non come un privilegio, ma come un diritto fondamentale di ogni lavoratore, e in particolare di coloro che operano in un ambiente così delicato e complesso come quello penitenziario.
L’annuncio di un’azione legale, qualora le istanze del sindacato non trovassero riscontro, sottolinea la determinazione del personale a far valere i propri diritti e a non tollerare ulteriori rimesse in termini.
La tutela della salute e della dignità dei lavoratori della Polizia Penitenziaria non è una rivendicazione secondaria, ma una condizione imprescindibile per garantire la legalità e il rispetto dei diritti umani all’interno degli istituti penali.







