La scomparsa di Ermanno Corsi lascia un vuoto significativo nel panorama giornalistico campano e nazionale. Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, con profondo rispetto e cordoglio, commemora una figura che ha segnato con la sua attività e la sua visione un’epoca cruciale per l’informazione e il dibattito pubblico.Nato a Carrara, Corsi, fin dalla giovinezza, ha abbracciato la Campania come terra di adozione, radicandosi a Torre del Greco e lasciando un’impronta indelebile nel tessuto sociale e culturale della regione. La sua carriera giornalistica, iniziata sulle pagine de “Il Tempo”, si è poi sviluppata attraverso le colonne de “Il Mattino” per culminare in un’esperienza significativa alla Rai e, successivamente, come corrispondente de “la Repubblica” dal 1976 al 1990, un decennio cruciale per la rappresentazione della realtà campana nel contesto nazionale. Questa posizione gli ha permesso di sviluppare una profonda conoscenza del territorio, delle sue dinamiche socio-economiche e delle sue peculiarità, offrendo ai lettori uno sguardo privilegiato sulle trasformazioni che hanno investito la regione.La sua attività non si è limitata all’esercizio del giornalismo d’inchiesta e di cronaca. Corsi si è dedicato con passione anche alla riflessione politica e culturale, impegnandosi attivamente nel sindacato come delegato a diversi congressi Fnsi. Il suo nome è strettamente legato al prestigioso Premio Cimitile, testimonianza del suo impegno per la promozione dei valori della libertà di stampa e della responsabilità giornalistica.Autore prolifico, Corsi ha lasciato un importante contributo al dibattito meridionalista attraverso numerose pubblicazioni, tra cui “La città ogni giorno. Viaggio non immaginario nel malessere metropolitano” e “Mezzogiorno dimezzato”. Queste opere, caratterizzate da un’analisi acuta e spietata delle problematiche che affliggono il Mezzogiorno, rappresentano un monito costante alla necessità di politiche mirate a favorire lo sviluppo economico e sociale della regione, evidenziando le ferite profonde e persistenti che ne ostacolano il progresso. La sua scrittura, spesso cruda e provocatoria, ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle disuguaglianze territoriali e sulle opportunità perdute, stimolando un confronto costruttivo volto a superare gli stereotipi e le discriminazioni.Fino agli ultimi anni, Corsi ha continuato a fornire la sua voce autorevole come opinionista per il quotidiano “Roma”, dimostrando un costante impegno nel contribuire al dibattito pubblico e nell’interpretare gli eventi che caratterizzano la realtà italiana e internazionale. Il cordoglio espresso dai consiglieri nazionali dell’Ordine dei Giornalisti della Campania – Antonio Sasso, Titti Improta e Alessandro Sansoni – testimonia la stima e l’affetto che animavano i colleghi verso una figura di spicco del giornalismo italiano, la cui eredità continuerà a ispirare le nuove generazioni di giornalisti impegnati a raccontare con coraggio e responsabilità il nostro tempo.
Addio Ermanno Corsi, voce autorevole del giornalismo italiano.
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