L’inchiesta sulla tragica scomparsa di Bader Eddine Essefi, il giovane cuoco tunisino deceduto il 25 aprile a Bologna dopo un violento pestaggio, ha compiuto un passo cruciale con la conclusione dell’incidente probatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari Domenico Truppa. L’udienza, ripresa dopo un rinvio dovuto a contestazioni delle difese sulla completezza degli atti a disposizione, ha visto la testimonianza cruciale della quindicenne legata sentimentalmente alla vittima.La giovane, protetta da un dispositivo che ne salvaguarda la privacy e la tutela, ha ripercorso sotto la direzione del pubblico ministero Andrea De Feis gli eventi della drammatica serata. L’atto processuale si è rivelato fondamentale per fissare con precisione la sua versione dei fatti, mitigando il rischio di alterazioni dovute al tempo trascorso o a possibili pressioni esterne, tenuto conto della sua vulnerabilità in età evolutiva.In aula erano presenti i due imputati, Badreddine Krimi e Charlie Sarcinelli, accusati di omicidio preterintenzionale aggravato da futili motivi, entrambi detenuti in carcere dal 16 maggio. La testimonianza della ragazza ha confermato la loro partecipazione all’aggressione e all’inseguimento di Essefi, culminati nel tragico ritrovamento del corpo in via Colombi. Un elemento particolarmente rilevante è l’assenza di riprese video della seconda fase dell’aggressione, quella che ha portato alla morte, un vuoto che alimenta ulteriori interrogativi e difficoltà nell’accertamento completo della dinamica.Un dettaglio aggiuntivo, emerso nella precedente udienza, ha introdotto una dimensione di conflitto personale, con la compagna di Sarcinelli che ha sporto denuncia per ingiuria nei confronti della quindicenne, evidenziando una spirale di tensioni e accuse reciproche.L’avvocato Andrea Ronchi, difensore della giovane testimone, ha descritto la sua deposizione come coerente e priva di elementi inattesi. Roberto d’Errico, legale di Sarcinelli, ha espresso un giudizio di mera cristallizzazione dei fatti già noti, sottolineando l’assenza di novità sostanziali. La successiva fase processuale vedrà l’attesa delle motivazioni del Tribunale della Libertà, fondamentali per valutare le esigenze cautelari e tracciare il percorso investigativo futuro. L’incidente probatorio si conclude quindi come un punto fermo, ma non risolutivo, in un’indagine ancora complessa e carica di implicazioni emotive e sociali.
Bologna, svolta nell’inchiesta sulla morte del giovane cuoco tunisino.
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