Un corteo vibrante e articolato ha attraversato le vie di Milano, espressione di una profonda inquietudine e di rivendicazioni sociali convergenti. L’iniziativa, promossa congiuntamente da sindacati di base, studenti e associazioni civiche, si è concretizzata in uno sciopero generale che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, stimabili dagli organizzatori fino a un migliaio. Lo striscione di apertura, emblematico, riassumeva le due macro-temi che animavano la protesta: la richiesta imperativa di porre fine al genocidio in Palestina e l’urgenza di una significativa revisione delle politiche salariali.La manifestazione, densa di simboli e richiami alla giustizia, ha visto l’impiego di bandiere della Cub e della Palestina, e momenti di intensa emotività con l’utilizzo di fumogeni rossi, lanciati in prossimità dell’Università Statale e nei pressi della sede di Assolombarda, a sottolineare la contrarietà al riarmo e l’esigenza di un immediato cessate il fuoco a Gaza.Il corteo non si è limitato a una mera espressione di dissenso, ma ha rappresentato una presa di posizione lucida e articolata. Walter Bottaioli, Segretario nazionale Cub, ha esplicitamente denunciato la gravità della situazione a Gaza, definendola genocidio, un termine che evoca le più tragiche pagine della storia umana e che riflette la profonda preoccupazione per le violazioni dei diritti umani in corso. Parallelamente, è stata avanzata una richiesta formale di incontro con il sindaco Sala, con l’obiettivo di spingere il Comune di Milano a disdire le intese in atto con istituzioni israeliane, una mossa che testimonia l’intento di agire concretamente a livello locale per esercitare pressione e promuovere un cambiamento di rotta.Oltre alla denuncia della tragedia palestinese, il corteo ha messo in luce le problematiche socio-economiche interne. L’aumento della povertà e la crescita del numero di lavoratori poveri, un fenomeno sempre più preoccupante, rappresentano un imperativo urgente per politiche salariali più eque e redistributive. L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva anche della comunità palestinese locale, personificata da Khader Tamimi, presidente della comunità palestinese in Lombardia, che ha ribadito con forza l’urgenza di un cessate il fuoco immediato e l’avvio di un processo di pace duraturo. La sua richiesta di riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, con la rivendicazione di uno Stato indipendente con capitale Gerusalemme, riassume le aspirazioni di una popolazione che rivendica la propria dignità e il diritto a una vita libera e pacifica.La manifestazione milanese si configura, dunque, come un crocevia di rivendicazioni, un monito per le istituzioni e un appello alla coscienza collettiva, un segnale che esprime la necessità di un impegno concreto per la giustizia sociale, la pace e il rispetto dei diritti umani, a livello globale e locale.
Milano in Piazza: Protesta tra Palestina, Salari e Giustizia Sociale
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