A Milano, una città che pulsa di dinamismo e innovazione, si cela una realtà complessa e crescente: quella della non autosufficienza. Si stima che circa 80.000 individui necessitino di supporto per le attività quotidiane, un numero in costante aumento parallelo all’invecchiamento della popolazione e alle trasformazioni socio-demografiche. L’accesso alle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) rappresenta solo una porzione di questa sfida, accogliendo, secondo i dati più recenti, una percentuale variabile tra il 7 e l’8% della popolazione non autosufficiente. La maggior parte di questi individui, circa il 30% del totale non ricoverati in RSA, beneficia dell’assistenza di figure professionali dedicate, badanti qualificate che offrono un supporto costante. Tuttavia, una quota preponderante, il restante 70%, è assistita direttamente dai propri familiari, caregiver che si trovano a gestire carichi emotivi, economici e temporali spesso insostenibili. Questa realtà evidenzia una profonda trasformazione dei modelli familiari e una crescente pressione sui legami affettivi.Un elemento particolarmente allarmante, intrecciato con la non autosufficienza, è l’aumento della solitudine. L’evoluzione dei nuclei familiari, caratterizzata da un incremento significativo delle famiglie mononucleari, ha portato a una diminuzione delle reti di supporto sociale tradizionali. In soli vent’anni, la percentuale di persone che vivono da sole è salita dal 45% al 57%, un dato che riflette un cambiamento profondo nelle dinamiche relazionali e un aumento del rischio di isolamento sociale. Questa tendenza, sottolineata dall’Assessore al Welfare del Comune di Milano, Lamberto Bertolé, durante l’iniziativa “RS(A)ppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le RSA?”, richiede un’attenzione urgente e politiche mirate.Ignorare le problematiche legate alla non autosufficienza e alla solitudine, come giustamente evidenziato dall’Assessore, sarebbe un errore miope e inaccettabile. La sfida cruciale che la città si trova ad affrontare è quella di ripensare radicalmente il sistema di welfare, orientandolo verso un modello di qualità che garantisca i diritti fondamentali di ogni individuo e promuova l’inclusione sociale. Questo implica non solo un intervento economico per sostenere le famiglie e le figure assistenziali, ma anche un ripensamento profondo dei servizi offerti, con particolare attenzione alla prevenzione, alla promozione del benessere psicologico e alla creazione di opportunità di socializzazione per le persone anziane e non autosufficienti. Il piano di sviluppo del welfare del Comune di Milano è chiamato a rispondere a questa sfida, elaborando soluzioni innovative e sostenibili per affrontare una realtà demografica in continua evoluzione e garantire a tutti i cittadini la possibilità di vivere una vita dignitosa e partecipata.
Non Autosufficienza a Milano: Cresce la Sfida e la Solitudine
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