La spiaggia del Caos, luogo simbolico e geografico al confine tra Porto Empedocle e Agrigento, scrigno di memorie legate alla nascita di Luigi Pirandello, si presenta oggi, nel culmine della stagione estiva, come una ferita aperta nel paesaggio siciliano. Lungi dall’essere un’oasi di bellezza naturale, la spiaggia è soffocata da un’accumulo sconsiderato di rifiuti, un quadro desolante che include discariche abusive e persino l’incongruenza di un cantiere attivo. La denuncia arriva da Mareamico, associazione ambientalista agrigentina, che solleva un campanello d’allarme urgente.Questo scenario non è solo una questione estetica; rappresenta una profonda falla nella gestione del territorio e un tradimento del potenziale turistico inespresso della Sicilia. Le coste, veri e propri asset strategici per l’economia locale, dovrebbero incarnare un’immagine di accoglienza e sviluppo sostenibile. L’associazione Mareamico sottolinea con forza che la pulizia delle spiagge non dovrebbe essere un evento isolato, legato alla Pasqua, ma un impegno costante, una cura protratta per tutta la durata della stagione balneare e oltre, fino al periodo natalizio. Questo approccio rifletterebbe un rispetto genuino per l’ambiente e una consapevolezza dell’importanza del turismo responsabile.La spiaggia del Caos, in particolare, incarna una contraddizione dolorosa. Luogo di nascita di un intellettuale che ha sondato le profondità dell’animo umano, mettendo in discussione le certezze e le convenzioni sociali, si trova ora assoggettata all’abbandono e all’incuria, quasi a voler negare l’eredità culturale che rappresenta. Il contrasto è stridente: la riflessione pirandelliana sull’identità, la maschera e la realtà, si scontra con la cruda realtà di un ambiente degradato, un simbolo tangibile della difficoltà di conciliare sviluppo economico e tutela ambientale.La questione sollevata da Mareamico va oltre la semplice pulizia delle spiagge; è un appello a una visione più ampia, che coinvolga istituzioni, operatori turistici e cittadini. È necessario un cambio di paradigma, che ponga la sostenibilità al centro delle politiche territoriali, promuovendo pratiche virtuose, sensibilizzando la popolazione e rafforzando i controlli per contrastare l’abbandono dei rifiuti. Solo attraverso un impegno collettivo e una gestione responsabile del territorio sarà possibile restituire alle coste siciliane la loro bellezza originaria e il loro pieno potenziale, onorando così l’eredità culturale e naturale di un’isola straordinaria. La spiaggia del Caos, allora, potrà tornare ad essere un luogo di ispirazione e di bellezza, degno di ospitare i sogni e le riflessioni di un intero popolo.
Spiaggia del Caos: la ferita aperta tra memoria e rifiuti.
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