La fermezza della Forza Italia sulla questione del terzo mandato per i presidenti di Regione rimane granitica, al di là di qualsiasi possibile scambio o compromesso. Il vicepremier Antonio Tajani ha respinto con decisione l’idea di una trattativa, sottolineando che l’offerta di un sostegno mirato, ad esempio, attraverso l’appoggio per l’elezione di un sindaco di Verona o di Milano, non può in alcun modo modificare la posizione del partito. “Non esiste una correlazione di questo tipo,” ha dichiarato, ribadendo l’assoluta irreconciliabilità della posizione forzista con l’estensione dei mandati.Tajani ha esplicitamente negato l’esistenza di una logica di scambio, utilizzando una metafora incisiva per affermare la sua integrità politica e quella del suo partito: “Non sono disposto a scendere a compromessi di questa natura, a vendere i miei principi per un vantaggio contingente.” Il suo intervento va oltre la semplice negazione di un accordo, delineando una visione più ampia e critica nei confronti delle dinamiche di potere all’interno del panorama politico italiano.Il leader forzista ha infatti individuato il rischio di “incrostazioni di potere” come un elemento potenzialmente lesivo della democrazia, suggerendo che l’estensione dei mandati possa contribuire a consolidare posizioni precarie e limitare la rotazione delle figure apicali. Pur riconoscendo la disponibilità al dialogo come elemento costitutivo della politica, Tajani ha definito l’ipotesi di un accordo sul terzo mandato come “ipotetica e irrealistica”, insistendo che qualsiasi concessione in questo senso richiederebbe a sua volta un corrispettivo da parte degli alleati, ovvero l’accettazione di proposte non contenute nei rispettivi programmi elettorali.L’affermazione finale, volta a sottolineare l’indipendenza strategica di Forza Italia, evidenzia un approccio pragmatico: l’acquisizione di incarichi importanti, come la conquista di una carica di sindaco, deve avvenire attraverso il voto popolare, non come risultato di accordi pre-elettorali. In sintesi, Tajani ha tracciato una linea netta, rifiutando la logica del baratto politico e ribadendo l’impegno di Forza Italia verso un sistema democratico basato sulla meritocrazia, la trasparenza e la dialettica programmatica. La priorità rimane la salvaguardia dei principi fondamentali, anche a costo di rinunciare a opportunità apparentemente vantaggiose.