Il comparto vitivinicolo piemontese si trova ad affrontare una fase critica, segnata da giacenze di vino particolarmente elevate e da un mercato in profonda trasformazione. A pochi mesi dalla vendemmia, la necessità di un’analisi lucida e di interventi mirati si impone con urgenza, al fine di scongiurare conseguenze potenzialmente gravose per l’intera filiera.Gian Luca Demaria, presidente della sezione ‘Vini Rossi’ di Confagricoltura Cuneo e guida della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte, sottolinea la delicatezza del momento attuale, equiparabile alle crisi finanziarie del 2008 e all’emergenza sanitaria del 2020. Le giacenze di vino a denominazione di origine, stimate a fine maggio in oltre 190.000 ettolitri, rappresentano un peso significativo, in particolare per i vini a base Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese, varietà che costituiscono l’ossatura della produzione regionale.La distillazione straordinaria viene proposta come misura di pronto intervento, facilmente applicabile e potenzialmente in grado di alleggerire temporaneamente le giacenze. Tuttavia, Demaria evidenzia che questa soluzione, pur necessaria, non può essere considerata una panacea, ma deve integrarsi all’interno di un più ampio Piano di Rilancio del settore. Tale piano, concepito come un progetto collettivo e strutturato nel tempo, dovrà affrontare la problematica del calo generalizzato dei consumi, un fenomeno complesso e multifattoriale.Oltre alla distillazione, il Piano di Rilancio dovrà considerare la possibilità di interventi mirati sulle rese, soprattutto per le varietà più sofferenti, e una vigorosa spinta all’export. Quest’ultimo obiettivo, cruciale per la sopravvivenza del comparto, richiede un’urgente semplificazione delle procedure burocratiche e normative che attualmente ostacolano le aziende, rendendo meno appetibili le esportazioni. Un sistema più flessibile e dinamico permetterebbe alle imprese di competere efficacemente sui mercati internazionali.Le cause del calo dei consumi sono variegate. Oltre alle mutate abitudini alimentari e di consumo, soprattutto tra i giovani, una campagna di disinformazione, spesso basata su affermazioni improprie e generalizzazioni sui presunti effetti negativi dell’alcol, ha contribuito a minare l’immagine del vino. È quindi fondamentale un impegno congiunto per promuovere una cultura del vino consapevole e responsabile, che valorizzi il patrimonio enologico piemontese, la sua storia, le sue tradizioni e le sue caratteristiche uniche. Un approccio basato sulla trasparenza, sull’educazione e sulla promozione di un consumo moderato e consapevole è essenziale per riconquistare la fiducia dei consumatori e rilanciare il settore.
Crisi nel vino piemontese: giacenze elevate e futuro da salvare.
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