Nel secondo trimestre di quest’anno, il sistema commerciale trentino ha mostrato segnali di rallentamento, con un valore complessivo delle esportazioni che si attesta a 1,29 miliardi di euro.
Questo dato segna una contrazione significativa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-6,3%), un declino più marcato se confrontato con le performance nazionali (+1,1%) e regionali del Nord Est (-2,6%).
Questa performance riflette una situazione globale complessa, segnata da fattori macroeconomici e geopolitici che impattano i flussi commerciali.
L’analisi settoriale rivela una forte dipendenza dell’export trentino dalla produzione manifatturiera, che rappresenta oltre il 94% del totale.
All’interno di questo settore dominante, spiccano i macchinari e le apparecchiature (23,5%), pilastri dell’industria locale, seguiti dai prodotti alimentari, bevande e tabacco (18,3%) e dai mezzi di trasporto (11,0%).
Queste tre macro-categorie, congiuntamente, costituiscono oltre la metà delle esportazioni provinciali, evidenziando la loro importanza strategica per l’economia locale.
Nonostante un modesto aumento (+2,2%) nelle esportazioni di macchinari e apparecchiature, l’andamento generale è negativo, con una diminuzione della domanda estera che si manifesta in cali significativi in settori chiave come i mezzi di trasporto (-21,9%), gli articoli in gomma e materie plastiche (-17,7%) e i prodotti tessili (-11,3%).
Questi dati suggeriscono una possibile perdita di competitività in alcuni comparti, oppure un calo generalizzato della domanda a livello internazionale.
Anche il fronte delle importazioni mostra segni di rallentamento, con un valore di 852 milioni di euro, in calo del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le principali voci di importazione rimangono i mezzi di trasporto (19,5%), legname, prodotti in legno, carta e stampa (13,6%), e prodotti alimentari, bevande e tabacco (12,6%).
La forte dipendenza da queste categorie evidenzia le necessità di approvvigionamento dell’industria locale e la sua integrazione nelle catene del valore globali.
L’Unione Europea continua a rappresentare il principale bacino di scambio, assorbendo oltre il 58% delle esportazioni e accogliendo importazioni per una quota superiore all’80%.
Questo dato sottolinea il ruolo cruciale del mercato europeo per il commercio trentino, ma al contempo evidenzia la vulnerabilità dell’economia locale rispetto alle dinamiche interne all’Unione.
La Germania si conferma il principale partner commerciale, con importazioni per 199 milioni di euro, seguita dagli Stati Uniti (160 milioni di euro), la Francia (123 milioni di euro) e il Regno Unito (102 milioni di euro).
Tuttavia, tutti questi mercati chiave mostrano segnali di contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con cali che vanno dal -5,7% al -10,5%.
Questo dato riflette un contesto internazionale più complesso e incerto.
Andrea De Zordo, Presidente della Camera di Commercio di Trento, ha sottolineato come la contrazione degli scambi commerciali sia dovuta in parte a politiche protezionistiche e in parte alle difficoltà economiche dei principali partner commerciali.
Le tensioni geopolitiche, inoltre, generano incertezza e contribuiscono a un rallentamento del commercio globale, impattando negativamente anche sull’economia trentina.
L’incertezza derivante dalle nuove dinamiche del commercio internazionale e le conseguenti ripercussioni sulla filiera produttiva, richiedono un’analisi accurata e l’implementazione di strategie mirate per sostenere e rilanciare l’export locale.
L’innovazione, la diversificazione dei mercati e la ricerca di nuove opportunità di collaborazione internazionale, appaiono quindi elementi cruciali per affrontare le sfide del futuro e garantire la resilienza del sistema commerciale trentino.