Il panorama dell’oreficeria veneta, un tempo simbolo di eccellenza artigianale e tradizione manifatturiera, si trova oggi ad affrontare sfide complesse che ne mettono a rischio la vitalità.
Secondo una recente analisi di Strategy Innovation, commissionata da Confartigianato Veneto, il settore conta circa 2.500 imprese, di cui una quota significativa (1.054) caratterizzata da una struttura artigiana, con un totale di 11.889 addetti.
Tuttavia, un trend preoccupante emerge: dal 2019 a oggi, il saldo tra nuove aperture e chiusure di attività risulta negativo per 82 unità, segnando una contrazione strutturale del comparto.
Il cuore pulsante dell’oreficeria veneta si concentra principalmente tra le province di Vicenza e Padova, aree tradizionalmente vocate per questa attività.
L’analisi rivela una crescente vulnerabilità delle botteghe, sottoposte a una pressione concorrenziale sempre più intensa.
L’ascesa dell’e-commerce, con un volume d’affari nazionale di 1,8 miliardi di euro (rappresentando il 28% del fatturato complessivo del settore), ha modificato radicalmente le dinamiche di mercato, erodendo le quote di mercato delle attività tradizionali.
Parallelamente, la volatilità dei mercati finanziari, e in particolare la significativa rivalutazione del dollaro (che in un decennio ha triplicato il suo valore), incide negativamente sui costi di produzione, rendendo la lavorazione dei metalli preziosi un’operazione economicamente più gravosa.
Questa situazione non deve essere interpretata come una sentenza definitiva per il futuro dell’oreficeria veneta, bensì come un campanello d’allarme che sollecita un profondo ripensamento delle strategie operative e commerciali.
Come sottolinea Piero Marangon, presidente del gruppo di mestiere orafi di Confartigianato, la sopravvivenza e la crescita del settore dipendono dalla capacità di innovare e di adottare un approccio collaborativo.
La risposta strategica proposta dall’associazione è la creazione di una rete d’impresa strutturata, un “veicolo” fortemente managerializzato, in grado di aggregare le risorse e le competenze degli artigiani.
Il modello prevede la partecipazione proporzionale degli artigiani, basata sul valore degli asset conferiti, con l’obiettivo di centralizzare funzioni chiave, ottimizzare i processi produttivi, investire in innovazione tecnologica e, soprattutto, costruire un brand forte e riconoscibile a livello internazionale.
Questo nuovo modello non si limita alla mera aggregazione di risorse, ma mira a creare un sistema integrato capace di valorizzare l’autenticità e l’artigianalità del “Made in Italy”, comunicando i valori distintivi delle botteghe venete e proiettandoli su un mercato globale sempre più esigente e competitivo.
L’iniziativa rappresenta un tentativo di coniugare la tradizione orafa con le esigenze di un mercato in continua evoluzione, puntando su un approccio strategico e collaborativo per garantire la sostenibilità e la crescita del comparto nel lungo termine.