La gestione del Festival di Sanremo, nelle sue prossime edizioni (2026, 2027 e 2028, con potenziale estensione fino al 2029), si configura come un caso emblematico delle complessità intrinseche alla governance di eventi culturali di risonanza nazionale. L’avvio di una procedura di evidenza pubblica, innescata da un ricorso presentato da Just Entertainment (Je), società discografica guidata da Sergio Cerruti, ha portato a una fase di contenzioso che ha profondamente segnato il percorso amministrativo del Comune di Sanremo. L’annullamento, da parte del TAR Liguria, dell’affidamento diretto della manifestazione alla Rai, ha imposto una revisione completa del processo di selezione, ponendo in luce le delicate implicazioni economiche e giuridiche connesse all’organizzazione del più importante festival musicale italiano.La recente ammissione dell’offerta della RAI alla fase di valutazione, dopo l’apertura delle buste contenenti la documentazione presentata, rappresenta un passo avanti cruciale, ma non risolutivo. La Commissione di valutazione, composta da Rita Cuffini (Settore Turismo, presidente), Monica Di Marco (Settore Segreteria Generale) e Cinzia Barillà (Settore Servizi Finanziari), ha accertato la sussistenza dei requisiti formali richiesti dal bando. Tuttavia, la fase successiva, dedicata all’esame fondato della proposta, si preannuncia altrettanto impegnativa.L’obiettivo primario del Comune è ora verificare la piena conformità dell’offerta Rai ai parametri definiti nel bando: la garanzia di un contributo di 6,5 milioni di euro più l’uno per cento delle entrate pubblicitarie, l’impegno all’organizzazione e trasmissione di eventi collaterali nella città di Sanremo, e l’aderenza ai criteri di sostenibilità e innovazione che il Comune si è posto come prioritari. La rapidità di questa valutazione è considerata essenziale per accelerare il processo di negoziazione diretta, auspicata sia dal Comune che dalla RAI, in una dinamica che mira a garantire la continuità dell’evento e a scongiurare ulteriori contenziosi.Il periodo di silenzio tra le due parti, giustificato dal Comune come una scelta deliberata volta a preservare la riservatezza e l’equidistanza durante la procedura di evidenza pubblica, evidenzia le tensioni latenti e le complessità di un rapporto che si è trovato a navigare in acque giudiziarie particolarmente agitate. L’impugnazione della delibera comunale che definiva gli indirizzi per i candidati all’organizzazione del Festival da parte di Just Entertainment (Je) ha ulteriormente complicato il quadro, accentuando la necessità di trasparenza e rigore nella gestione della procedura. Il futuro del Festival di Sanremo, quindi, si dipana tra l’imperativo della continuità, la necessità di rispetto delle regole procedurali e le sfide poste da un contesto economico e legale in costante evoluzione.