Nel 2025, Firenze celebra il centenario di Giovanni Spadolini, figura poliedrica che ha incarnato l’intellettuale pubblico, lo statista illuminato e l’erudito storico. La libreria Giorni, cuore pulsante della vita culturale fiorentina in via Martelli, dedica a questa ricorrenza un’esposizione evocativa, curata dal libraio Francesco Piattoli in sinergia con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, custode del vastissimo patrimonio culturale che Spadolini ha lasciato, una vera e propria miniera di pensiero composta da oltre 100.000 volumi.L’evento trascende la mera celebrazione di una data; rappresenta un’immersione nelle radici profonde della formazione intellettuale di Spadolini, un viaggio nel tempo che si snoda attraverso le pieghe di un’epoca complessa e travagliata. Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione, sottolinea con commozione il significato affettivo e storico di questa iniziativa: le sale della libreria, oggi luogo di incontro e dialogo, furono un tempo una modesta bottega seminterrata, un rifugio silenzioso per un giovane studente, Giovanni Spadolini, che frequentava il prestigioso liceo Galileo.Tra il 1935 e il 1943, quegli scalini “scomodi e oscuri”, come li ricordava lo stesso Spadolini, aprivano l’accesso a un universo di pensiero proibito, un vero e proprio scrigno di opere che sfidavano l’ortodossia del regime fascista. La prima esperienza letteraria che lo segnò profondamente fu la scoperta, in quell’ambiente protetto, de *Il paradosso dello spirito russo*, pubblicato dalla leggendaria casa editrice Piero Gobetti, un testo che illuminò la sua mente e ne plasmò la visione del mondo.L’esposizione non si concentra primariamente sulla figura di Spadolini uomo politico, ma intende riscoprire e valorizzare il suo percorso di lettore appassionato, instancabile ricercatore di conoscenza, un lettore che ha saputo coltivare un rapporto intimo e critico con il testo. Questo percorso fu reso possibile grazie all’audace e silenzioso impegno di Guido Montelatici, il libraio che, negli anni ’20, sfidò apertamente il regime nascondendo tra le sue scaffali opere di intellettuali come Salvemini e Gobetti, figure chiave della resistenza intellettuale antifascista. L’iniziativa vuole, quindi, celebrare il coraggio di un libraio, la passione di un giovane lettore e la forza trasformatrice della parola scritta, ricordando come l’accesso al sapere, anche in contesti di oppressione, possa rappresentare un atto di resistenza e un seme di speranza per il futuro. L’esposizione si configura come un omaggio alla libertà di pensiero e alla sua imprescindibile importanza per la costruzione di una società democratica e consapevole.
Spadolini 100: Firenze ripercorre le radici di un intellettuale
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