Il vino, pilastro inalterato della cultura gastronomica italiana, si conferma nel 2024, come nel passato, la bevanda prediletta dagli italiani. Un’analisi condotta dall’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV), basata su dati IWS (International Wine e Spirits Research), rivela che il 89% dei consumatori di alcolici ha brindato con il nettare di Bacco nell’ultimo semestre, distanziando significativamente birra (81%), distillati (79%) e liquori (51%). Nonostante un leggero calo dei volumi consumati (-2,5% rispetto al 2023), l’incidenza del vino tra i consumatori di bevande alcoliche rimane elevata, delineando un quadro di fedeltà radicata.Questo dato, apparentemente contraddittorio, si spiega con una sottile evoluzione nelle abitudini: l’intensità del consumo si è ridotta nel biennio, in particolare per i vini a bacca rossa, mentre gli spumanti mantengono una stabilità notevole. La riduzione non denota un abbandono, bensì una moderazione, probabilmente influenzata da una crescente attenzione alla salute e da un contesto economico più complesso. Tuttavia, il vino continua ad essere un elemento imprescindibile della dieta mediterranea e un simbolo di convivialità.Un elemento chiave del successo del vino è rappresentato dal Prosecco, vero campione di popolarità con un tasso di consumo che raggiunge il 68% del campione. La sua versatilità lo rende adatto a diverse occasioni, a differenza di altri vini che si associano prevalentemente ai pasti e all’ambiente domestico. Interessante è anche la parità di genere nel consumo di vino: uomini e donne condividono in egual misura questa passione, un dato che non si riscontra nelle altre categorie di bevande alcoliche, dove si evidenzia una preferenza maschile più marcata.Analizzando le generazioni, emerge un legame solido tra i giovani e il vino. La Gen Z (fino a 27 anni) lo include nella propria routine con una percentuale dell’80%, una quota che aumenta progressivamente con l’età, raggiungendo il 92% tra i Boomers. Questo dato riflette una trasmissione culturale e una percezione positiva del vino, integrata nelle abitudini alimentari fin dalla giovane età.L’andamento del consumo di vino si correla anche al reddito disponibile: una maggiore disponibilità economica si traduce in un consumo più elevato, un principio valido sia per il vino che per le altre bevande alcoliche. La scelta dei cocktail rivela ulteriormente la centralità del vino nella cultura italiana, con lo Spritz che si impone come bevanda preferita, particolarmente apprezzato dalle donne (34%) e dai giovani tra i 25 e i 34 anni (46%). La sangria, al quinto posto, testimonia l’apertura verso sapori più freschi e fruttati, mentre gin tonic, mojito e negroni confermano la varietà di gusti che caratterizzano il panorama dei cocktail italiani. In definitiva, il vino mantiene la sua posizione di bevanda nazionale, adattandosi ai cambiamenti sociali ed economici, ma conservando intatto il suo valore culturale e simbolico.