A Senigallia, un atto di protesta a fronte di una gestione amministrativa percepita come assente. Oltre diecimila firme, raccolte da una coalizione di cittadini e realtà associative, sono state formalmente consegnate al Comune in segno di dissenso verso il progetto del nuovo ponte Garibaldi. L’azione, inizialmente convocata dall’amministrazione comunale stessa, si è svolta in un contesto di profonda frustrazione, aggravata dall’assenza ingiustificata del sindaco Massimo Olivetti e di qualsiasi suo delegato.L’appuntamento, fissato per le 10:00 del 12 giugno, era stato poi unilateralmente annullato, alimentando ulteriormente il malcontento di Italia Nostra (sezione di Senigallia), Gruppo Società Ambiente (GSA), Confluenze, Archeoclub d’Italia (sede di Senigallia) e Amici della foce del fiume Cesano, le principali forze motrici della raccolta firme. La loro presenza in municipio, a contrasto con la vuotezza dell’ufficio del sindaco, è stata interpretata come un chiaro segnale di responsabilità civica e di rifiuto verso una classe politica percepita come distante e irresponsabile.“Si è assistito a una flagrante elusione di responsabilità da parte del sindaco Olivetti,” ha dichiarato Marco Lion, presidente di Italia Nostra Senigallia, denunciando una deriva amministrativa che mina la capacità di dialogo e confronto con la comunità. La decisione di convocare il Consiglio Grande solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo del nuovo ponte è stata interpretata come ulteriore prova di un’amministrazione commissariata, priva di autonomia e di volontà politica. L’ombra del vicecommissario Babini, che gestisce il territorio e il patrimonio storico con apparente libertà, accresce il senso di smarrimento e di sfiducia.Il progetto Anas, costato oltre sei milioni di euro, solleva critiche su molteplici fronti. Oltre all’impatto visivo e alla compromissione del paesaggio urbano, si mette in discussione la sua reale efficacia in termini di viabilità e di mitigazione del rischio idrogeologico. Le associazioni e i firmatari della petizione, dopo aver pacificamente occupato l’aula consiliare, sottolineano che una soluzione duratura richiederebbe interventi di rinaturalizzazione del territorio e la realizzazione di vasche di espansione a monte, elementi cruciali per la gestione delle acque e la prevenzione di future alluvioni. Il nuovo ponte, nella sua concezione attuale, appare quindi come una risposta parziale e inadeguata a un problema complesso, rischia di perpetuare una gestione emergenziale e di compromettere il futuro della città. L’episodio evidenzia un profondo disallineamento tra le scelte amministrative e le istanze della cittadinanza, aprendo una riflessione urgente sulla qualità della governance locale e sulla necessità di un approccio più partecipativo e sostenibile nella gestione del territorio.
Senigallia: Cittadini in Piazza, Protesta contro il Nuovo Ponte Garibaldi
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