La recente conclusione della Conferenza ONU sugli Oceani di Nizza ha lasciato l’organizzazione Slow Food Italia profondamente delusa. L’assenza di un numero sufficiente di ratifiche (si è concluso con 50 su 60 necessarie) per il Trattato sulla Biodiversità in Alta Mare (BBNJ) rappresenta un fallimento significativo nella protezione degli oceani internazionali, un patrimonio condiviso di inestimabile valore. L’impegno preso dal governo italiano, meno di un anno fa, di accelerare l’adesione all’accordo, sembra ora disatteso, in contrasto con l’esempio virtuoso di nazioni come Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Albania, Croazia e Grecia, che hanno dimostrato un approccio proattivo verso la salvaguardia degli ecosistemi marini.Questo ritardo non è un dettaglio secondario. L’alto mare, che rappresenta quasi il 70% della superficie terrestre, è un ecosistema complesso e fragile, cruciale per la regolazione climatica, la produzione di ossigeno e la conservazione della biodiversità. La sua protezione è quindi una responsabilità globale, che l’Italia non può eludere. La mancata ratifica del BBNJ compromette la possibilità di implementare misure concrete per contrastare la pesca eccessiva, l’inquinamento da plastica e le attività estrattive dannose, minacciando la resilienza degli oceani e le comunità che dipendono da essi.La gravità della situazione è ulteriormente evidenziata dai dati della FAO, che rivelano un aumento costante del sovrasfruttamento degli stock ittici, con un incremento annuale dell’1%. Questa pressione antropica, aggravata dalla pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata (INN), sta impoverendo gli ecosistemi marini e mettendo a rischio la sicurezza alimentare di miliardi di persone. È cruciale considerare che oltre due miliardi e mezzo di individui vivono in prossimità delle coste, e seicento milioni a meno di dieci metri sul livello del mare, rendendo la gestione integrata delle zone costiere e la pianificazione spaziale marina imperativi per garantire un futuro sostenibile per queste popolazioni vulnerabili.Riconoscendo l’urgenza di agire, Slow Food Italia apprezza l’iniziativa della Coalizione Ocean Rise e Coastal Resilience, guidata dal sindaco di Nizza, Christian Estrosi, che promuove la collaborazione tra le città costiere per affrontare le sfide ambientali del Mediterraneo. Questa mobilitazione locale è un segnale positivo che dimostra la volontà di agire a livello di comunità, integrando la conoscenza scientifica con le pratiche tradizionali e le esigenze delle popolazioni costiere.In questo contesto, l’evento “Mediterraneo Slow” a Taranto, celebra la ricchezza culturale e gastronomica del Mediterraneo, promuovendo al contempo la sostenibilità e la consapevolezza ambientale. L’iniziativa, attraverso la valorizzazione dei prodotti locali e delle pratiche agricole tradizionali, contribuisce a rafforzare l’identità culturale del Mediterraneo e a promuovere un modello di sviluppo più equo e sostenibile, in armonia con l’ambiente. La salvaguardia degli oceani e la promozione di un rapporto sostenibile con il mare non sono solo questioni ambientali, ma anche sociali, economiche e culturali, che richiedono un impegno collettivo e una visione a lungo termine.