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venerdì 5 Dicembre 2025

Agricoltura Italiana: Fragilità, Sfide e Appello all’Agroecologia

L’agricoltura italiana, pilastro fondamentale dell’economia nazionale, genera un valore aggiunto stimato in 42,5 miliardi di euro nel 2024, una cifra che rivela la sua importanza strategica.
Tuttavia, questo patrimonio è gravato da crescenti fragilità, esacerbate da politiche agricole inadeguate e dagli impatti sempre più intensi della crisi climatica.
Legambiente, nel suo VII Forum Agroecologia Circolare, lancia un appello urgente, proponendo tredici interventi mirati a riorientare il settore verso un modello agroecologico resiliente e sostenibile.
Il tessuto agroalimentare italiano si arricchisce di 853 prodotti di eccellenza, con 583 DOP (Denominazione di Origine Protetta) e 266 IGP (Indicazione Geografica Protetta), testimonianza della ricchezza e diversità delle produzioni locali.
La crescente adozione di pratiche biologiche, attestata da una superficie agricola utilizzata biologica (SAU) che rappresenta oltre il 20% della SAU nazionale, indica un’insegna positiva, sebbene la strada per raggiungere l’obiettivo del 25% fissato dal Green Deal europeo al 2030 richieda sforzi continui.

La crisi climatica, con eventi estremi sempre più frequenti e intensi, si somma a un modello agricolo spesso improntato a intensificazione e a un’eccessivo sfruttamento delle risorse.
Questo ha portato a un drastico ridimensionamento del tessuto imprenditoriale agricolo: negli ultimi 38 anni, due aziende agricole su tre sono scomparse, e la dimensione media delle aziende è aumentata considerevolmente, alimentando preoccupazioni relative alla concentrazione della proprietà fondiaria.

Legambiente rivolge al governo richieste concrete e articolate.
In primis, l’implementazione del Piano Nazionale di Azione per gli Agricoli (PNACC), corredato di risorse adeguate.

Viene invocata l’approvazione di una legge per limitare il consumo di suolo, una risorsa irrinunciabile per la sicurezza alimentare e la salvaguardia del paesaggio.
È necessario un piano strutturale di sostegno alle aziende agricole e zootecniche delle aree interne e montane, spesso penalizzate da condizioni logistiche sfavorevoli.
Un piano nazionale per il biologico, integrato da iniziative a sostegno della ristorazione collettiva, è considerato essenziale per promuovere un’alimentazione sana e sostenibile.

Il sostegno all’agrivoltaico e alla produzione di biometano di qualità rappresenta un’opportunità per conciliare produzione alimentare e transizione energetica.

L’urgenza di contrastare le agromafie e l’agropirateria richiede un quadro normativo più efficace e una maggiore attenzione alle indagini e alla prevenzione.
Un rafforzamento immediato del Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari è cruciale per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura.
Infine, l’approvazione del Decreto Presidenziale (DPR) sul riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura è una condizione necessaria per ottimizzare l’uso delle risorse idriche.

A livello europeo, Legambiente sollecita una revisione delle priorità del Green Deal, con un ritorno centrale alle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversity 2030”.

Si richiede una nuova Politica Agricola Comune (PAC) che premi effettivamente la qualità delle produzioni e le pratiche agricole virtuose.
L’adozione di un “Blue Deal” europeo, con investimenti e regole comuni per promuovere colture meno idroesigenti, è considerata prioritaria.
Un percorso europeo per l’abbandono del glifosato, unitamente a una normativa europea più severa sul multiresiduo, è essenziale per garantire la sicurezza alimentare e la tutela della salute pubblica.

Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, l’agroecologia rappresenta la chiave per garantire la resilienza, la qualità, la sostenibilità, la competitività e il futuro dell’agricoltura italiana.

Questa visione sottolinea la necessità di un cambiamento di paradigma, che riconosca l’agricoltura non come un mero produttore di cibo, ma come un elemento fondamentale per la tutela dell’ambiente, la promozione della biodiversità e la costruzione di comunità rurali vivaci e sostenibili, in grado di affrontare le sfide del futuro.
La transizione verso un’agricoltura agroecologica è un investimento nel benessere collettivo e nella salvaguardia del patrimonio agricolo italiano.

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