citynotizie
mercoledì 10 Settembre 2025

Made in Italy: Cresce il valore, calano i volumi nelle GDO.

Il panorama della grande distribuzione organizzata in Italia rivela un’evoluzione significativa nell’orientamento dei consumatori e nelle strategie delle aziende alimentari. Un dato rilevante emerge dall’analisi dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy: più di un prodotto su quattro, esposto sugli scaffali di supermercati e ipermercati, vanta un’origine italiana, regionale o è legato a una denominazione geografica europea. Questo ampio spettro di prodotti, che comprende quasi 28.000 diverse referenze, ha generato un fatturato al dettaglio (sell-out) che nel 2024 ha toccato i 11,6 miliardi di euro.Questa cifra, pur indicando una crescita modesta in termini di valore (+1,2% rispetto all’anno precedente), nasconde una dinamica più complessa: un calo lieve, seppur significativo, nel volume delle vendite (-0,7%). Questa dicotomia suggerisce un cambiamento nel comportamento d’acquisto, dove i consumatori, pur continuando a scegliere prodotti “made in” o legati al territorio, tendono a ridurre le quantità acquistate, optando forse per confezioni più piccole o una maggiore selettività.L’analisi dell’Osservatorio Immagino, basata sull’elaborazione di dati provenienti da oltre 145.000 referenze digitalizzate attraverso il servizio Immagino di GS1 Italy Servizi, ha permesso di esaminare in dettaglio le informazioni, le dichiarazioni e i pittogrammi presenti sulle etichette. Questa ricognizione non si limita alla semplice quantificazione, ma mira a decodificare i messaggi che i produttori comunicano ai consumatori, esplorando l’impatto di elementi come certificazioni DOP e IGP, indicazioni geografiche protette, e la comunicazione di valori legati alla sostenibilità, alla tracciabilità e alla qualità artigianale.Il dato di 11,6 miliardi di euro di sell-out sottolinea la robustezza del settore alimentare italiano e la sua capacità di competere in un mercato globale sempre più esigente. Tuttavia, il calo dei volumi invita a una riflessione più approfondita. Potrebbe essere una conseguenza dell’inflazione, che spinge i consumatori a ridurre le quantità pur mantenendo la preferenza per prodotti di alta qualità. Potrebbe anche riflettere una maggiore consapevolezza dei temi legati alla sostenibilità, che porta a scelte più mirate e a un consumo più responsabile.Inoltre, l’analisi dell’Osservatorio Immagino apre a nuove prospettive di ricerca. Si potrebbe indagare l’efficacia dei diversi strumenti di comunicazione presenti sulle etichette, valutando come influenzano le decisioni d’acquisto dei consumatori. Sarebbe interessante anche studiare l’impatto delle strategie di marketing territoriale, ovvero la capacità delle regioni e dei comuni di promuovere i propri prodotti agroalimentari e di valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico. In definitiva, l’evoluzione del settore alimentare italiano, come delineata dall’Osservatorio Immagino, rappresenta un terreno fertile per l’innovazione e per lo sviluppo di modelli di business più sostenibili e orientati al consumatore.

- Pubblicità -spot_img

Altri articoli ―