Il panorama della grande distribuzione italiana si rivela sempre più permeato da una cultura della sostenibilità, come evidenziato dalla diciassettesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
L’indagine svela che oltre l’83% dei prodotti commercializzati nei supermercati e ipermercati italiani comunica, attraverso le proprie etichette, iniziative concrete volte a perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di benessere animale.
Il valore economico di questa tendenza è considerevole: nel 2024, i prodotti con focus sulla sostenibilità hanno generato un fatturato di quasi 45 miliardi di euro, registrando un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente.
Questo risultato, tuttavia, è frutto di una complessa dinamica.
Sebbene i prezzi siano aumentati del 3,4%, stimolando il valore complessivo, i volumi di vendita hanno subito una flessione del -1,2%, suggerendo un’attenzione crescente da parte dei consumatori, ma potenzialmente anche una maggiore selettività nell’acquisto.
L’aspetto ambientale domina la comunicazione sulla sostenibilità, rappresentando la dimensione più diffusa tra i produttori.
L’Osservatorio Immagino ha identificato questo tipo di informazione su oltre 120.000 referenze, con un impatto economico di quasi 45 miliardi di euro.
Le informazioni più frequenti includono suggerimenti pratici per una gestione responsabile dei prodotti, indicazioni sulla riciclabilità degli imballaggi, la sostenibilità delle filiere di approvvigionamento, certificazioni ambientali, dichiarazioni generiche a tema “green” e analisi del ciclo di vita (LCA) volte a quantificare l’impronta ecologica dei prodotti.
La sostenibilità sociale, pur rimanendo rilevante, si posiziona al secondo posto, rappresentando il 9,1% delle referenze e generando un fatturato di circa 6,6 miliardi di euro, con una crescita annua del 2,2%, ma con una diminuzione dei volumi del -0,4%.
Questa dimensione abbraccia temi come il rispetto dei diritti dei lavoratori, la promozione di comunità locali e l’equità sociale lungo la catena del valore.
Il benessere animale, purtroppo, si attesta come la dimensione meno comunicata, rappresentando solo il 2,1% dei prodotti e generando un fatturato di 1,5 miliardi di euro, con un modesto aumento a valore (+1,0%) contrastato da una significativa diminuzione dei volumi venduti (-5,5%).
Questo dato, seppur limitato, sottolinea la crescente sensibilità dei consumatori verso il benessere degli animali e la necessità per i produttori di rispondere a questa domanda emergente, fornendo informazioni trasparenti e verificabili sulle condizioni di allevamento e trasporto.
In conclusione, l’Osservatorio Immagino delinea un quadro in evoluzione, dove la sostenibilità non è più un’opzione, ma un elemento sempre più integrante della strategia aziendale e una condizione necessaria per rispondere alle aspettative di un consumatore sempre più informato e consapevole.
Il futuro del settore distributivo italiano dipenderà dalla capacità di tradurre le dichiarazioni di intenti in azioni concrete e di garantire una comunicazione trasparente e affidabile, per costruire un sistema alimentare più sostenibile e responsabile.