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mercoledì 10 Settembre 2025

Acqua e Igiene: 2,1 Miliardi di Persone Ancora a Rischio

Il rapporto congiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’UNICEF, presentato in occasione della Settimana Mondiale dell’Acqua 2025, delinea un quadro complesso e preoccupante riguardo all’accesso globale a risorse idriche salubri e servizi igienico-sanitari adeguati. Nonostante i miglioramenti registrati dal 2015, una percentuale significativa della popolazione mondiale, stimata in circa 2,1 miliardi di individui, continua a non beneficiare di sistemi di approvvigionamento idrico gestiti in maniera sicura. Un numero allarmante, pari a 106 milioni, ricorre direttamente a fonti superficiali non trattate per il consumo quotidiano, esponendosi a rischi sanitari diretti e immediati.Il deficit idrico si accompagna a una carenza altrettanto grave in termini di servizi igienici: ben 3,4 miliardi di persone non hanno accesso a bagni sicuri e gestiti correttamente, con conseguenze devastanti per la salute pubblica e l’ambiente. In particolare, 354 milioni di individui praticano ancora la defecazione all’aperto, perpetuando cicli di contaminazione e contribuendo alla diffusione di malattie infettive, specialmente tra i bambini. La mancanza di strutture di igiene personale, come lavandini e rubinetti, colpisce ulteriormente 1,7 miliardi di persone, di cui 611 milioni si trovano completamente prive di qualsiasi servizio.Il rapporto evidenzia, con particolare enfasi, come questi deficit non siano distribuiti uniformemente: le disuguaglianze sociali ed economiche amplificano le vulnerabilità. Le comunità residenti in paesi a basso reddito, quelle situate in contesti fragili caratterizzati da instabilità politica e conflitti, le popolazioni rurali isolate, i bambini (spesso i più esposti a malattie trasmesse dall’acqua), le minoranze etniche e indigene, sono i gruppi più penalizzati. Queste disparità non sono semplici anomalie, ma il riflesso di strutture di potere e di sistemi che perpetuano l’esclusione e limitano le opportunità di sviluppo.L’impatto di queste carenze trascende la mera mancanza di acqua e servizi igienici. Genera un circolo vizioso di povertà, malattie, insicurezza alimentare e limitazioni all’istruzione, specialmente per le ragazze costrette a percorrere lunghe distanze per raccogliere acqua o per evitare situazioni di pericolo legate alla defecazione all’aperto. La mancanza di igiene compromette la produttività economica, aumenta i costi sanitari e ostacola la crescita sociale.Il rapporto dell’OMS e dell’UNICEF lancia un appello urgente per un’accelerazione degli sforzi a livello globale e locale. È necessario un approccio integrato che coinvolga governi, organizzazioni internazionali, settore privato e società civile, focalizzato su investimenti mirati, tecnologie innovative, rafforzamento delle capacità locali e promozione di comportamenti igienici sostenibili. Superare queste sfide non è solo una questione di umanità, ma un imperativo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e costruire un futuro più equo e resiliente per tutti. La resilienza di queste comunità dipende dalla capacità di garantire un accesso dignitoso e sicuro a queste risorse vitali.

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