L’uva da tavola italiana, e in particolare quella pugliese, si afferma con crescente successo sui mercati internazionali, consolidando la Puglia come fulcro di questa eccellenza agroalimentare. La regione si distingue per l’estensione delle superfici dedicate a questa coltura tradizionale, un investimento strategico che riflette una profonda radicata cultura vitivinicola e una capacità organizzativa ben sviluppata. La qualità intrinseca del prodotto, generata dal microclima favorevole e dalla composizione specifica dei terreni, rappresenta un elemento distintivo, mitigando, seppur non risolvendo, le sfide poste dalle carenze idriche che richiedono interventi strutturali mirati.Come sottolineato da Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, a margine del convegno “Regina di Puglia”, il settore dell’uva da tavola sta finalmente generando una significativa ricchezza economica per i produttori, portando un equo compenso per il lavoro in vigna, spesso sottovalutato in altri comparti agricoli. Coldiretti Puglia intende rafforzare questo percorso, investendo nella promozione del prodotto e nella tutela della sua identità territoriale, un fattore cruciale per la sua competitività in un contesto globale sempre più omogeneizzato.La valorizzazione dell’origine geografica (Indicazione Geografica Protetta – IGP) è imprescindibile per consentire ai consumatori, anche quelli all’estero, di riconoscere e scegliere consapevolmente un prodotto autentico e di qualità. L’esperienza sensoriale, che va oltre il semplice atto del consumo, si arricchisce della scoperta dei vigneti, delle tradizioni locali e della cultura che li anima, offrendo un valore aggiunto percepibile dai buyer internazionali.Un aspetto fondamentale, spesso trascurato, è la salvaguardia delle varietà autoctone con semi, come Vittoria e Italia, custodi di un patrimonio genetico e culturale inestimabile. Queste uve, apprezzate per le loro caratteristiche uniche, trovano un mercato di nicchia in strutture come Campagna Amica, dimostrando che la riscoperta delle radici e la preservazione dell’identità non sono elementi anacronistici, ma veri e propri fattori di competitività. In un mondo tentato dall’uniformità, la distintività rappresenta la chiave per distinguersi e per offrire ai consumatori un’esperienza autentica e memorabile. È imperativo, quindi, che le aziende del settore credano fermamente nell’IGP e che ne traggano pieno vantaggio, assicurando la tracciabilità delle produzioni e rafforzando la percezione di un prodotto genuino, legato al territorio e alle sue tradizioni.