lunedì 25 Agosto 2025

Mediterraneo in crisi: il mare si scalda e la biodiversità soffre.

L’innalzamento termico delle acque del Mediterraneo, un sintomo acuto e inequivocabile della crisi climatica globale, sta generando una profonda e multifacetica crisi ecologica con implicazioni che vanno ben oltre la mera perdita di biodiversità. L’aumento delle temperature, che superano regolarmente le soglie critiche, non si manifesta con eventi di mortalità di massa, colpendo pesantemente specie fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema e per le economie locali. Non si tratta solamente di cozze, vongole e ricci di mare, elementi imprescindibili della tradizione gastronomica italiana, ma di un’intera rete trofica che si disgrega, con effetti a catena imprevedibili.La Fondazione Marevivo solleva un campanello d’allarme urgente, evidenziando come questa emergenza non sia un fenomeno isolato, ma una tendenza in rapida accelerazione. Le conseguenze si estendono a settori economici vitali – pesca, acquacoltura, turismo – e minacciano la sicurezza alimentare di intere comunità costiere. Il valore economico del patrimonio naturale marino, spesso sottovalutato, sta rapidamente evaporando.Un elemento cruciale, e sempre più invasivo, è l’alterazione dei flussi migratori e l’introduzione di specie aliene. L’ampliamento del Canale di Suez ha aperto una breccia tra il Mar Rosso e il Mediterraneo, facilitando l’ingresso di organismi originari di ambienti diversi, spesso esenti dai predatori e dalle malattie a cui sono abituati gli organismi autoctoni. Il Granchio Blu, ad esempio, si è rivelato un vero e proprio flagello, decimando le popolazioni di molluschi e alterando radicalmente le dinamiche degli habitat costieri. Questa “bioprospezione forzata” sta erodendo la resilienza dell’ecosistema, rendendolo più vulnerabile agli shock ambientali.Tuttavia, la soluzione non risiede esclusivamente in misure palliative o di gestione della crisi. La scienza è chiara: la conservazione della biodiversità rappresenta la più efficace strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici. Un ecosistema ricco e diversificato possiede una maggiore capacità di assorbire gli impatti negativi, di adattarsi alle nuove condizioni e di riprendersi dagli eventi estremi.È imperativo accelerare il processo di protezione del mare, implementando una politica ambiziosa e integrata che preveda la creazione e l’espansione di Aree Marine Protette, in linea con gli obiettivi europei di tutela del 30% delle aree marine entro il 2030. La ratifica di un Accordo Internazionale sulla Biodiversità, proposto da Marevivo nell’ambito della Terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (Unoc3), è un passo fondamentale per garantire una protezione a livello globale. Questo accordo dovrebbe definire standard minimi di tutela, promuovere la ricerca scientifica e favorire la cooperazione internazionale per affrontare le sfide comuni.Oltre alle misure di protezione, è cruciale affrontare le cause profonde della crisi, riducendo drasticamente le emissioni di gas serra e promuovendo una transizione verso modelli di sviluppo sostenibili che riconosca il valore intrinseco del patrimonio naturale marino e la sua importanza per il benessere umano e la stabilità planetaria. La salute del Mediterraneo è un indicatore cruciale della salute del pianeta: agire ora è un imperativo etico e un investimento nel nostro futuro.

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