Il cancro del colon-retto rappresenta una delle principali sfide globali in ambito sanitario, occupando il terzo posto per incidenza tra i tumori e la seconda posizione come causa di mortalità oncologica a livello mondiale. La sua rilevanza epidemiologica, con circa due milioni di nuove diagnosi ogni anno, sottolinea l’urgenza di strategie preventive efficaci, e l’alimentazione emerge come un fattore di rischio modificabile di cruciale importanza.Una recente meta-analisi sistematica, condotta da ricercatori dell’Università della Mongolia e pubblicata su *BMC Gastroenterology*, ha evidenziato un legame significativo tra il consumo di verdure crocifere e una riduzione del rischio di cancro del colon-retto. L’analisi ha aggregato i risultati di numerosi studi clinici e osservazionali che coinvolgono un vasto campione di quasi un milione di individui (639.539 partecipanti), con un significativo numero di casi di cancro del colon-retto (97.595). I risultati indicano che un’assunzione giornaliera compresa tra i 20 e i 40 grammi di verdure crocifere – broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles e simili – può portare a una diminuzione del rischio di circa il 20%. Questa riduzione, proporzionale alla quantità consumata, suggerisce un effetto dose-dipendente nella protezione contro lo sviluppo del tumore.Il meccanismo alla base di questo effetto protettivo è multifattoriale e riconducibile alla complessa composizione biochimica delle verdure crocifere. Queste verdure non sono semplici fonti di nutrienti; rappresentano un vero e proprio scrigno di sostanze fitochimiche con potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Oltre alla presenza di flavonoidi, fibre, vitamina C e carotenoidi, che contribuiscono alla salute generale e al benessere cellulare, le verdure crocifere sono particolarmente ricche di glucosinolati.Questi precursori, durante la masticazione e la successiva digestione, subiscono una conversione enzimatica che porta alla formazione di isotiocianati bioattivi, tra cui spicca il sulforafano (SFN). Il sulforafano, oltre ad essere responsabile dell’aroma caratteristico di queste verdure, esercita una notevole attività biologica. A livello molecolare, il SFN agisce su diverse vie metaboliche coinvolte nella progressione tumorale. Interagisce con fattori di trascrizione, modulando l’espressione genica legata alla crescita e alla differenziazione cellulare. Stimola la risposta immunitaria, potenziando la capacità dell’organismo di riconoscere ed eliminare cellule anomale. Induce l’apoptosi, o morte programmata, in cellule tumorali. Inoltre, il sulforafano dimostra attività detossificante, supportando la capacità del fegato a neutralizzare sostanze nocive e a ridurre lo stress ossidativo, un fattore cruciale nello sviluppo del cancro. La ricerca continua ad approfondire i complessi meccanismi attraverso i quali il sulforafano e altri composti presenti nelle verdure crocifere contribuiscono alla prevenzione del cancro del colon-retto, suggerendo che un’integrazione regolare nella dieta può rappresentare una strategia preventiva di grande valore.