Sicurezza alimentare in Europa: un viaggio tra additivi, controlli e fiducia del consumatorePer il quinto anno consecutivo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Ministero della Salute italiano collaborano alla campagna “Safe2Eat”, un’iniziativa volta a rafforzare la fiducia dei consumatori nei confronti della sicurezza alimentare e a promuovere scelte alimentari più informate e consapevoli.
Questa edizione, seguendo l’attenzione già dedicata agli impatti sanitari derivanti da contaminazioni alimentari di origine vegetale, si concentra sull’analisi e la comprensione degli additivi alimentari, composti funzionali deliberatamente aggiunti agli alimenti per ottimizzare caratteristiche sensoriali, estendere la shelf life, migliorare l’aspetto estetico o stabilizzare la composizione.
La presenza di additivi alimentari, spesso oggetto di preoccupazione e incomprensione, è strettamente regolamentata.
Ogni additivo, prima di essere autorizzato all’impiego, è sottoposto a una valutazione scientifica approfondita da parte dell’EFSA, che ne esamina i potenziali effetti sulla salute umana.
Il processo di approvazione finale è responsabilità della Commissione Europea, garantendo un elevato standard di sicurezza.
In Italia, il rispetto di queste normative è costantemente monitorato attraverso il Piano Nazionale Additivi Alimentari (2020-2024).
Questo piano prevede controlli ufficiali su un vasto numero di campioni (circa 1840 annualmente) e, nonostante una percentuale di non conformità relativamente contenuta (1,16%), evidenzia l’impegno costante delle autorità nel garantire la conformità alle normative.
“La sicurezza dei consumatori è la nostra priorità assoluta,” afferma Camilla Smeraldi, tossicologa presso l’EFSA.
“Ogni additivo alimentare è oggetto di un’attenta valutazione per assicurare che il suo utilizzo non rappresenti un rischio per la salute.
” La trasparenza è un elemento chiave: ogni additivo è identificato da una sigla univoca (E seguito da un numero) e deve essere chiaramente indicato in etichetta, consentendo ai consumatori di accedere a informazioni complete sui prodotti che acquistano.
La diversità degli additivi è sorprendente.
Alcuni derivano da fonti naturali, come la vitamina C (E300) estratta dalla frutta, la pectina (E440) anch’essa presente in molti frutti, la lecitina (E322) presente nel tuorlo d’uovo o il licopene (E160d) nei pomodori.
Altri possono essere ottenuti da fonti animali, come l’acido carminico (E120) estratto da piccoli molluschi, oppure sintetizzati chimicamente, come l’amaranto (E123) o il licopene sintetico (E160d(i)).
La classificazione degli additivi si basa sulla loro funzione: coloranti (E100-E199) per conferire o intensificare il colore, conservanti (E200-E299) per prolungare la durata di conservazione, antiossidanti per prevenire l’ossidazione e correttori di acidità (E300-E399) per bilanciare il pH.
Un’indagine Ipsos condotta a supporto della campagna “Safe2Eat” 2024 rivela che il sapore rimane il fattore preponderante nelle scelte alimentari dei consumatori (56%), seguito dal costo (50%) e dalla durata di conservazione (37%).
Tuttavia, la ricerca evidenzia un cambiamento significativo: una percentuale crescente (40%) dei consumatori considera attivamente la sicurezza alimentare quando effettua acquisti, un aumento rispetto al 35% della popolazione generale.
Questo dato testimonia una crescente consapevolezza e una maggiore attenzione da parte dei consumatori nei confronti della qualità e della sicurezza dei prodotti che portano in tavola.
Indipendentemente dai criteri che guidano le scelte individuali, i cittadini europei possono confidare che gli alimenti che consumano soddisfano alcuni degli standard di sicurezza più rigorosi a livello globale, frutto di un sistema di controllo e monitoraggio costante e basato su solide basi scientifiche.