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venerdì 26 Settembre 2025

Agroalimentare UE: Resilienza a rischio, surplus in calo.

Il settore agroalimentare europeo conferma la sua resilienza e la sua rilevanza strategica nell’economia globale, come evidenziato dai recenti dati relativi al commercio internazionale.
A giugno 2025, il surplus commerciale ha registrato un incremento significativo, toccando i 3,8 miliardi di euro, un dato che riflette una crescita del 32% rispetto al mese precedente.
Accumulando i dati del primo semestre, il surplus complessivo si attesta a 21,9 miliardi di euro.
Sebbene incoraggiante, questo valore si posiziona al di sotto dei 32,8 miliardi di euro registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, un decremento di 10,9 miliardi, direttamente attribuibile all’aumento dei costi di importazione, fattore che sta comprimendo i margini di guadagno e richiedendo una rianalisi delle filiere.

L’analisi più approfondita rivela dinamiche complesse.
A giugno, le esportazioni agroalimentari si sono stabilizzate a 19,1 miliardi di euro, segnando un calo del 4% rispetto a maggio, ma mantenendo una crescita complessiva del 2% rispetto allo stesso mese del 2024.

Nel primo semestre, il valore delle esportazioni ha raggiunto i 118,7 miliardi di euro, un aumento del 2%, testimoniando la capacità dell’UE di mantenere la sua posizione di leader mondiale in questo settore cruciale.

Il Regno Unito si conferma il mercato primario, assorbendo 27,6 miliardi di euro di prodotti agroalimentari europei, con un incremento del 5%.
Stati Uniti e Svizzera mantengono una posizione di rilievo, mentre si registra un calo delle spedizioni verso la Cina, con una diminuzione del 10%, un dato che merita un’attenta valutazione strategica, forse legato a cambiamenti nelle politiche commerciali o a una crescente competizione interna.
Le importazioni, a giugno, si sono assestati a 15,3 miliardi di euro, con un decremento del 10% rispetto a maggio, ma con un aumento significativo del 15% su base annua, indicando una domanda globale in crescita e una maggiore dipendenza da fornitori esterni.
Nel corso dei primi sei mesi dell’anno, le importazioni hanno raggiunto i 96,8 miliardi di euro, con un aumento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2024, evidenziando la necessità di una gestione più attenta delle catene di approvvigionamento e della diversificazione dei fornitori.

Si segnala una crescita significativa delle importazioni dalla Cina (+22%, con un incremento di 946 milioni di euro) e dal Brasile (+10%, con un aumento di 838 milioni di euro), riflettendo l’importanza strategica di queste economie emergenti come fornitori di materie prime e prodotti finiti.
Al contrario, le importazioni dall’Ucraina hanno subito una diminuzione di 891 milioni di euro (-13%), un dato fortemente condizionato dal contesto geopolitico e dalle conseguenze del conflitto in corso.

Anche le importazioni dalla Russia hanno subito un calo significativo, con una diminuzione di 566 milioni di euro (-73%), un segnale del riallineamento delle dinamiche commerciali e della ricerca di alternative ai fornitori tradizionali.
Questi dati sottolineano la crescente complessità del commercio agroalimentare globale e la necessità di una politica commerciale flessibile e adattabile, capace di rispondere alle mutevoli condizioni del mercato e di mitigare i rischi geopolitici.

L’UE deve investire in innovazione, sostenibilità e diversificazione delle filiere per garantire la competitività e la sicurezza alimentare nel lungo termine.

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