Il Brasile si configura oggi come un vero e proprio epicentro globale per l’industria brassicola, un cambiamento radicale rispetto agli inizi del nuovo millennio. Nel 2024, il paese sudamericano ha superato l’Unione Europea per numero di marchi di birra registrati, raggiungendo la cifra di 55.000, un dato che testimonia una crescita esponenziale e una profonda trasformazione del panorama produttivo. Questa esplosione di nuove realtà birrarie, come documentato dal Sindacato Nazionale dell’Industria della Birra (SindCerv), contrasta nettamente con i soli 40 birrifici attivi presenti all’inizio degli anni 2000.L’incremento non è semplicemente numerico, ma riflette un’evoluzione del mercato, che ha richiesto – e ottenuto – un’offerta sempre più diversificata e innovativa. La capacità di rispondere a queste mutevoli esigenze ha permesso alla filiera brasiliana di creare un’ampia gamma di prodotti, generando al contempo un significativo impatto occupazionale in tutte le regioni del paese. Con un birrificio ogni 109.000 abitanti, il Brasile si posiziona come un punto di riferimento per la produzione artigianale e industriale.Questa dinamica si allinea con le tendenze globali che vedono la birra reinventarsi. Un esempio lampante è l’esplosione delle birre analcoliche, la cui produzione è quintuplicata in pochi anni, raggiungendo i 757 milioni di litri all’anno. Anche le birre senza glutine, introdotte più recentemente, hanno visto un’impennata nella produzione, con un raddoppio in soli quattro anni. Questa tendenza indica una crescente attenzione da parte dei consumatori verso opzioni più salutari e inclusive.Nonostante il successo, il settore affronta sfide significative. La concentrazione della produzione nelle mani di tre grandi gruppi industriali, che detengono il 96% del mercato, limita lo spazio di manovra per i birrifici artigianali e le piccole imprese, frenando la diversità e l’innovazione. Inoltre, il peso fiscale rappresenta un ostacolo considerevole: le imposte assorbono ben il 56% del prezzo finale della birra, erodendo i margini di profitto e rendendo più difficile la competizione.Il futuro del settore brassicolo brasiliano è strettamente legato all’attesa riforma tributaria. La necessità di regole chiare e competitive, in linea con gli standard internazionali e basate sul grado alcolico, è cruciale per preservare la vitalità del settore e garantire la sua competitività a livello globale. Un approccio non ponderato nella definizione delle nuove imposte rischia di compromettere la sostenibilità di un prodotto così popolare e sensibile al prezzo, limitando l’accesso dei consumatori e penalizzando un’intera filiera che ha dimostrato una straordinaria capacità di crescita e adattamento. La riforma si configura quindi come un momento cruciale per la definizione del futuro della birra brasiliana.