giovedì 14 Agosto 2025

Pesca in crisi: l’estate 2024 fa schizzare i prezzi del pesce

L’estate 2024 si apre con un significativo aumento dei costi dei prodotti ittici, un fenomeno che impatta direttamente sui consumatori e che rivela le fragilità intrinseche del sistema produttivo legato alla pesca. Le rilevazioni della Borsa Merci Telematica Italiana (BMti), elaborate attraverso la Rete Italmercati, documentano un’impennata generalizzata dei prezzi all’ingrosso, con incrementi che, nel caso delle cozze, superano il vertiginoso 70%.Questa ondata di rincari non è un evento isolato, ma il risultato convergente di due fattori critici: le avverse condizioni meteorologiche che hanno infierito sul mare, rendendo pericolose e limitate le attività di pesca, e l’entrata in vigore del fermo pesca nell’Adriatico. Quest’ultima misura, introdotta con l’obiettivo di favorire la riproduzione delle specie ittiche e garantire la sostenibilità del settore, ha paradossalmente innescato una contrazione dell’offerta che amplifica le tensioni sui prezzi.L’Adriatico, area cruciale per la produzione ittica italiana, si trova al centro di questa crisi. L’estensione del fermo pesca, che coinvolgerà l’intero versante adriatico a partire dal 15 agosto, aggraverà ulteriormente la situazione, generando un effetto domino su tutta la filiera.Il mercato reagisce con sensibilità. Oltre alle cozze, gravate da un aumento di prezzo spropositato, anche altre specie primarie come alici e gamberi mostrano incrementi significativi, rispettivamente del 27% e del 10%. Il merluzzo, pur con rialzi più contenuti (tra il 10% e il 20%), segnala una crescente difficoltà di approvvigionamento. Si assiste a fenomeni di vera e propria “sparizione” dal mercato, con il totano che ha visto il suo valore quasi raddoppiare rispetto allo scorso anno, passando da 8 a 15 euro al chilo.L’aumento del costo del polpo (+15%) evidenzia come anche i prodotti tradizionalmente meno ricercati siano coinvolti in questa spirale di aumenti. Questa situazione contrasta con la consueta dinamica estiva, caratterizzata da una domanda generalmente moderata, soprattutto nelle aree urbane. Tuttavia, in prossimità della settimana di Ferragosto, l’aspettativa di un aumento della richiesta nelle zone costiere potrebbe accentuare ulteriormente le pressioni sui prezzi.L’emergenza pone interrogativi cruciali sulla sostenibilità del modello attuale. La dipendenza da risorse ittiche concentrate in aree specifiche, l’impatto dei cambiamenti climatici sulla pesca e l’efficacia delle misure di gestione delle risorse richiedono una riflessione approfondita. La ricerca di soluzioni innovative, che integrino pratiche di pesca sostenibile, diversificazione delle fonti di approvvigionamento e un’attenta pianificazione delle attività, si presenta come imperativa per mitigare l’impatto di questa crisi e garantire un futuro al settore della pesca italiana.

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