In seguito a due distinti eventi di intossicazione da botulino che hanno recentemente colpito la Sardegna e la Calabria, il Ministero della Salute ha mobilitato con urgenza il proprio Dipartimento di Prevenzione, Ricerca e Emergenze Sanitarie, rafforzando il monitoraggio epidemiologico e attivando procedure di risposta predefinite. L’episodio, che solleva interrogativi significativi sulla sicurezza alimentare e sulla filiera produttiva, ha generato una reazione immediata, mirata a tutelare la salute pubblica e a prevenire ulteriori casi.Maria Rosaria Campitiello, responsabile del Dipartimento, ha sottolineato la rapida mobilitazione del sistema sanitario nazionale, assicurando che i pazienti colpiti abbiano ricevuto con tempestività l’accesso a terapie antidotali essenziali per la sopravvivenza. L’intervento non si è limitato alla gestione dei casi clinici, ma ha incluso un’indagine approfondita volta a identificare le fonti di contaminazione e a tracciare l’origine dei prodotti coinvolti. La botulismo è una grave intossicazione alimentare causata dalla neurotossina botulinica, prodotta dal batterio *Clostridium botulinum*. Questa tossina, estremamente potente, blocca il rilascio di acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per la contrazione muscolare, causando paralisi flaccida. La malattia può manifestarsi con una vasta gamma di sintomi, tra cui diplopia (visione doppia), disfagia (difficoltà a deglutire), disfonia (alterazione della voce) e, nei casi più gravi, insufficienza respiratoria.L’origine dei recenti focolai è ancora oggetto di indagine, ma le ipotesi più accreditate includono la scarsa igiene nella conservazione di alimenti, in particolare conserve artigianali o prodotti fermentati, nonché la contaminazione di acqua o suolo utilizzati per l’agricoltura. La proliferazione del *Clostridium botulinum* è favorita da ambienti anaerobici (privi di ossigeno), bassi livelli di acidità e temperature relativamente basse.La gestione di un’intossicazione botulinica richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolge specialisti in medicina interna, neurologia, terapia intensiva e tossicologia. Oltre all’amministrazione dell’antidoto botulinico (antitossina), il trattamento mira a supportare le funzioni vitali compromesse, come la respirazione, e a prevenire complicazioni respiratorie.Questo evento sottolinea l’importanza cruciale di una corretta applicazione delle norme igienico-sanitarie lungo tutta la filiera alimentare, dalla produzione alla distribuzione, e di una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori riguardo ai rischi associati alla conservazione domestica di alimenti. È necessario rafforzare i controlli sugli alimenti di origine animale e vegetale, in particolare quelli destinati alla conservazione, e promuovere l’educazione alimentare per prevenire futuri episodi di intossicazione botulinica. Il Ministero della Salute continuerà a monitorare attentamente la situazione e a collaborare con le autorità regionali per garantire la sicurezza alimentare e la salute dei cittadini.